Cofondatore con Hayao Miyazaki dello Studio Ghibli, a un anno dalla scomparsa il regista e produttore viene omaggiato da un'importante retrospettiva, in apertura nella capitale giapponese.
C’è anche il contributo dello Studio Ghibli nell’organizzazione della mostra Takahata Isao: A Legend in Japanese Animation, al via il prossimo 2 luglio al MOMAT – National Museum of Modern Art di Tokyo. Difficile, in effetti, pensare che sarebbe potuto avvenire il contrario, considerato il ruolo fondamentale del regista e produttore giapponese nella nascita e crescita del celebre studio cinematografico di film d’animazione. Scomparso nell’aprile 2018, Takahata è stato, insieme ad Hayao Miyazaki, uno dei quattro fondatori della casa di produzione amata in tutto il mondo.
La retrospettiva ricostruisce la sua carriera fin dagli esordi, ripercorrendo le fasi che lo hanno reso uno degli indiscussi pionieri del genere anime. Noto in Italia, anche al grande pubblico, per la regia di fortunate serie che hanno spopolato in televisione a partire dagli anni Settanta, tra cui vale la pena ricordare Le avventure di Lupin III, Heidi e Anna dai capelli rossi, Takahata lega il proprio nome ad alcuni dei maggiori successi dello Studio Ghibli, a partire da Nausicaä della Valle del vento, da lui prodotto nel 1984.
Visitabile fino al 6 ottobre, la mostra si concentra sui metodi di lavoro e sullo stile del regista, includendo nell’allestimento documenti che vengono mostrati in questa occasione per la prima volta. Strutturata in quattro sezioni, la retrospettiva prende avvio con un focus sul processo di realizzazione di The Great Adventure of Horus, Prince of the Sun, il primo lungometraggio datato 1968. Spazio anche alle importanti collaborazioni che hanno segnato la carriera di Takahata e alle modalità con cui ha raccontato il dramma dalla Seconda Guerra Mondiale dando vita a poetici e toccanti lavori, tra cui Pom Poko che analizza anche il delicato e complesso rapporto tra uomo e Natura.