Muse e colleghe. Le donne secondo Man Ray, a Torino

18 Agosto 2019


L’attività di Man Ray fu eclettica ed eccentrica come poche nella storia dell’arte. Figura rivoluzionaria d’inizio Novecento, l’artista – nato a Filadelfia nel 1890 – si dedicò alle discipline più svariate, battendo sempre sentieri fino ad allora inesplorati. Figura chiave del dadaismo e del surrealismo americano, inventò tecniche e linguaggi, all’insegna di un’arte sempre libera, divertita e senza censure.

Fotografo, pittore e regista, Man Ray fu anche (e forse prima di tutto) amante dell’universo femminile. Circondato da amanti, colleghe e muse, individuò nel corpo della donna uno dei soggetti d’elezione della sua ricerca. Un tema scandagliato durante l’intera carriera, che sarà alla base della mostra in apertura il 17 ottobre prossimo negli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, a Torino.

wo/MAN RAY, aperta fino al 19 gennaio 2020, punterà i riflettori sul ruolo della donna nella ricerca dell’artista americano, attraverso una selezione di circa duecento fotografie realizzate a partire dagli anni Venti fino alla morte, avvenuta nel 1976. Si tratta di ritratti e nudi di donne catturate nella loro sensualità mediante il ricorso alle tecniche più usate dal fotografo: rayografie, solarizzazioni, doppie esposizioni. Un’indagine sul corpo femminile giocosa e raffinata, sempre in bilico tra memoria classica e avanguardia.

Ma chi furono le donne di Man Ray? Su tutte Lee Miller, Berenice Abbott e Dora Maar, muse ispiratrici ma anche fotografe oggi riconosciute, che la mostra si propone di indagare dedicando una sezione del percorso espositivo ai risultati più importanti della loro ricerca. Curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, wo/MAN RAY si candida ad essere una mostra di grande rilievo del prossimo autunno: una rara occasione per esplorare le vicende artistiche e biografiche di una delle figure chiave del Novecento.

[Immagine in apertura: Man Ray. The Fifty Faces of Juliet, 1941/1943. Cm 39,5 x 34 x 2,7. Collezione privata. Courtesy Fondazione Marconi, Milano © Man Ray Trust by SIAE 2019 – dettaglio]