È possibile riprodurre in maniera artificiale il moto perpetuo dei pianeti? Questa domanda ha interessato per secoli ingegneri e scienziati. Tra loro, anche Leonardo da Vinci. Una mostra al Museo Galileo riunisce i suoi studi sull'argomento.
La questione del moto perpetuo ha coinvolto e affascinato il mondo della scienza per secoli. Sono stati infatti molti gli ingegneri e i filosofi naturali che, a partire dal Medioevo, si sono confrontati con l’idea di costruire macchine in grado di funzionare in eterno, riproducendo i movimenti delle sfere celesti senza l’applicazione di forze esterne. Tra coloro che maggiormente approfondirono la questione, dimostrando l’impossibilità del moto perpetuo in natura, vi fu sicuramente Leonardo da Vinci. Una rassegna in corso al Museo Galileo di Firenze dedica attenzione ai suoi studi sull’argomento.
Leonardo da Vinci e il moto perpetuo offre al pubblico un appassionante viaggio nella produzione del genio toscano e dei principali protagonisti delle ricerche sul moto perpetuo, attraverso la messa in scena di disegni, modelli di dispositivi meccanici e filmati. Un percorso esaustivo e affascinante, arricchito inoltre da un’inedita sezione dedicata alla realtà aumentata, per visualizzare le macchine di Leonardo e di altri scienziati in versione virtuale.
Aperta fino al prossimo 12 gennaio, curata da Juliana Barone e Andrea Bernardoni, la mostra è realizzata dal Museo Galileo in collaborazione con Birkbeck–University of London e Ravensbourne University. Promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la rassegna di inserisce nelle iniziative promosse a cinquecento anni dalla morte del grande artista.
[Immagine in apertura: Leonardo da Vinci, Studi di ruote perpetue, Codice Atlantico, f. 1062r (1493-1495), dettaglio]