Nel 2009, nell’ex convento di La Laboral a Gijón, in Spagna, Marina Abramović ha realizzato tre performance ispirate a Santa Teresa d’Avila. I video legati a quei progetti sono ora presentati alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, in occasione della mostra "Marina Abramović/Estasi".
In attesa della monografica che la Royal Academy of Arts di Londra dedicherà nel 2020 a Marina Abramović, l’artista di origine serbe è di nuovo protagonista in Italia. A un anno dal successo della mostra di Palazzo Strozzi, la mostra Marina Abramović/Estasi, in apertura il 18 ottobre alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, si concentra sul progetto video The Kitchen. Homage to Saint Therese.
La serie presentata nella sala Sottofedericiana, fino al 31 dicembre prossimo, è il risultato di un lavoro in cui la pioniera della performance art ha scelto di relazionarsi con Santa Teresa d’Avila, una delle figure femminili di riferimento del cattolicesimo. I tre video proiettati a Milano sono relativi ad altrettante performance dell’artista che si sono svolte, dieci anni fa, nell’ex convento di La Laboral a Gijón, in Spagna.
Compresa in un ciclo espositivo avviato nel 2017 con Bill Viola e successivamente proseguito con Michelangelo Antonioni e con Andy Warhol, la mostra celebra l’operato della Abramović, che “rinnova e vivifica un grande tema della tradizione“, come ha precisato Giuseppe Frangi, direttore scientifico di Casa Testori, cui si deve la curatela della mostra.
La scelta del nome dell’intervento video non è casuale, poiché, come ha osservato ancora Frangi, “Estasi è un titolo che si ricollega allo straordinario precedente della Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini“. La rassegna costituisce anche l’occasione per addentrarsi tra gli storici ambienti della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e, in particolare, per ammirare la Cripta di San Sepolcro, oggetto di recenti interventi di restauro.
[Immagine in apertura: Marina Abramović, Vanitas, From the series The Kitchen, Homage to Saint Therese, video installation, color, 2009 © Marina Abramović. Courtesy of the Marina Abramović Archives]