Le maschere dell’arte contemporanea, in Svizzera

9 Ottobre 2019


Mostrare o nascondere, maschio o femmina, reale o virtuale, identità o anonimato. È un dualismo tanto complesso quanto affascinante quello che accompagna da sempre il tema della maschera, tornata prepotentemente al centro del dibattito culturale anche grazie al successo cinematografico del Joker di Todd Phillips, vincitore del Leone d’oro all’ultimo Festival di Venezia e campione di incassi al botteghino. La riflessione, però, va ben oltre il grande schermo, e a dimostrarlo ecco la mostra Mask. In Present-Day Art, con cui l’Aargauer Kunsthaus di Aarau, in Svizzera, intende raccontare l’evoluzione della maschera nell’arte e nella società contemporanea.

Da un lato, dunque, si riflette sui social media, occasione fin troppo facile per mascherare in qualche modo la propria identità. Dall’altro, invece, si pensa al camuffamento di Guy Fawkes, divenuto un simbolo della lotta contro i poteri forti; o ancora alle uniformi antisommossa dei soldati o ai lugubri cappucci indossati dai terroristi.

Sono circa 160 i lavori in esposizione, realizzati da trentasei artisti provenienti da dodici nazioni differenti. La maggior parte delle opere è stata realizzata nel corso degli ultimi dieci anni, spaziando tra le più diverse forme di espressione artistica: dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al video.

In esposizione troviamo così i collage di John Stezaker, che modifica i volti delle star del cinema applicandovi delle stranianti cartoline e alludendo così ai potenziali abissi psicologici celati dietro la facciata pubblica. Ma anche la riflessione attualissima su emoji e rappresentazione delle emozioni di Olaf Breuning, o ancora l’unione degli scopi rituali, spirituali e carnevaleschi nel lavoro tessile di Christoph Hefti. Una mostra – è proprio il caso di dirlo – dai mille volti, in calendario fino al 5 gennaio 2020.

[Immagine in apertura: Olaf Breuning, Emojis, 2014, Courtesy dell’artista © 2019 Studio Olaf Breuning]