Diciassette ritratti d'interni, scelti per sintetizzare lo stile di uno degli interior designer più apprezzati al mondo: Axel Vervoordt. A raccoglierli è un nuovo libro, da poco sugli scaffali per L'Ippocampo Edizioni.
Ogni casa parla il linguaggio di chi la abita. Il modo in cui è arredata, il colore che la domina e, prima ancora, le linee secondo cui è stata costruita rivelano l’essenza della persona ospite di uno spazio che ne è allo stesso tempo culla ed estensione.
Parte più di altri da questo presupposto Axel Vervoordt, interior designer (e collezionista) tra i più acclamati al mondo. Da sempre attratto dal rigore estremo dell’Oriente (fra taoismo cinese e insegnamenti zen), gli ambienti “minimal chic” di questo filosofo dell’architettura vengono oggi racchiusi in un nuovo libro: un volume massiccio e raffinato, appena pubblicato da L’Ippocampo Edizioni.
Curatissimo nella grafica e nel packaging, Ritratti d’interni (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina) raccoglie diciassette ambienti realizzati da Vervoordt tra Europa, America, Russia e Asia. Prodotte nel corso della sua fortunata carriera, le strutture ‒ ville, appartamenti, suite d’hotel e cottage – dimostrano il tratto distintivo di Vervoordt, ovvero la capacità di far convivere silenzio e frastuono, spazi aperti e chiusi, invitando la persona a vivere l’ambiente con equilibrio ‒ come se l’abitare stesso fosse una forma di meditazione, più che una necessità sociale.
Rimandano a questa convinzione le stesse parole di Vervoordt nella prefazione al volume: “Da sempre l’incontro tra mondi diversi è per me fonte di ispirazione. Vecchio e nuovo. Est e ovest. Pieno e vuoto. Luce e ombra. Nobile e umile. Opposti che nutrono la mia curiosità e m’incitano a cercare ovunque l’universale”. I testi di Michael Gardner (tradotti da Paolo Bassotti) e le fotografie su pagina intera di Laziz Hamani rendono ancora di più l’idea e lo spirito di questa ricerca, riassumendo il pensiero colto e raffinato di questo designer “zen”.