I tesori archeologici provenienti da Pompei ed Ercolano fanno il bis. Dopo la tappa americana, ecco una nuova mostra internazionale. A ospitare il patrimonio italiano è oggi il Moesgaard Museum di Aarhus, in Danimarca.
Ancora una tappa internazionale per i tesori provenienti da Pompei ed Ercolano. Dopo il successo della mostra Buried by Vesuvius: Treasures from the Villa dei Papiri ‒ conclusa lo scorso 28 ottobre alla Getty Villa di Malibu ‒, l’archeologia italiana torna sotto i riflettori di una grande istituzione straniera.
È stata infatti da poco inaugurata Bound for disaster – Pompeii and Herculaneum, un progetto espositivo con oltre 250 reperti provenienti da sette musei e istituzioni culturali del nostro Paese. A ospitare la mostra è il Moesgaard Museum di Aarhus, che fino al prossimo 10 maggio presenterà al pubblico danese un ingente patrimonio di reperti, larga parte dei quali proveniente da Ercolano e mai esposti prima d’ora oltre i confini nazionali. Tra gli oggetti in mostra affreschi, statue in marmo, mosaici e attrezzature militari risalenti al periodo precedente all’esplosione del Vesuvio.
“Ritengo i materiali in mostra nelle diverse esposizioni ambasciatori della cultura e della storia di Ercolano”, ha dichiarato Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico, “testimoni dell’identità del sito che è giusto condividere con un pubblico allargato, quello delle grandi occasioni, un pubblico che va appassionato in ogni parte del mondo grazie ad una sorta di viaggio in avanscoperta compiuto dai reperti del sito archeologico, per una consapevolezza sempre maggiore del tesoro che è la città antica di Ercolano. In particolare la collaborazione con il Museo di Aarhus è stata piena e reciprocamente arricchente sotto ogni punto di vista. Sono inoltre certo che queste mostre, cui il Parco ha contribuito al rigoroso impianto scientifico e alle modalità di esposizione, saranno foriere di nuovi e numerosi visitatori anche verso il Parco Archeologico”.
[Immagine in apertura: Per gentile concessione del Parco Archeologico di Ercolano]