Una serie di opere che rivisitano la natura, attraverso il supporto di software e algoritmi. È “Seconda Natura”, il progetto di Quayola nell'Orto Botanico di Padova. Una lettura del mondo vegetale, attraverso lo sguardo della contemporaneità.
Secondo Quayola, artista romano classe 1982, la “prima natura” è quella che siamo abituati a conoscere attraverso l’esperienza umana. A questa l’autore contrappone ‒ o meglio, lascia corrispondere ‒ una “seconda natura”: fiori, piante e componenti del mondo esterno, osservati attraverso l’apporto della tecnologia.
In apertura il 14 novembre negli spazi dell’Orto Botanico di Padova, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo e l’Università di Padova, Seconda Natura raccoglie una selezione di opere digitali, tratte dalle serie Remains e Jardins d’Été. Protagonisti dell’uno e dell’altro corpo di lavori sono piante, alberi e foreste, reinterpretati attraverso pennellate computerizzate che riportano su schermo la magia del mondo vegetale.
Poste in dialogo con la storia e gli spazi dell’antico Orto, luogo di studio della scienza botanica, le opere si presentano come sguardi sulla natura filtrati dall’intervento della tecnologia. Un gioco di rimandi tra realtà e proiezione, che resterà aperto al pubblico fino al prossimo 6 gennaio.
[Immagine in apertura: Quayola, Jardins d’Été, 4k video]