Sculture robotiche, installazioni-video e schermi televisivi usati come tele. Sono solo alcune delle opere di Nam June Paik, poniere della Video arte, in mostra alla Tate Modern di Londra.
Se c’è un autore a cui i linguaggi dell’arte contemporanea devono molto è sicuramente Nam June Paik. Pioniere della Video Art, noto per le sue opere ibride tra cultura digitale e performance, l’artista è oggi in mostra alla Tate Modern di Londra, grazie a una importante retrospettiva che ne ripercorre l’intera produzione.
Aperta al pubblico fino al 9 febbraio 2020, The Future is Now – questo il titolo della rassegna, la più grande mai dedicata all’autore nel Regno Unito – abbraccia un arco temporale lungo cinquant’anni, trasportando il pubblico in una delle carriere più sperimentali e innovative del secondo Novecento.
Organizzata in collaborazione con il San Francisco Museum of Modern Art e curata da Sook-Kyung Lee, la mostra accende i riflettori su oltre duecento opere tra installazioni, sculture robotiche, video e disegni, suddivisi nelle varie aree tematiche del percorso espositivo.
A spiccare su tutti sono il grande tributo alla Cappella Sistina (una versione “catodica” del capolavoro michelangiolesco) e i risultati delle collaborazioni tra Nam June Paik e altri nomi culto dell’avanguardia del secolo scorso – tra gli altri John Cage, Merce Cunningham e Joseph Beuys. Nel complesso, uno sguardo trasversale su una delle figure più influenti nella storia della performance e delle pratiche multimediali.
[Immagine in apertura: Nam June Paik, TV Garden 1974-1977 (2002), single-channel video installation with live plants and color television monitors; color, sound. Courtesy Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, © Estate of Nam June Paik]