La cattedrale di Notre-Dame inclusa tra i 25 siti più in pericolo secondo il World Monuments Fund, l'organizzazione che stabilisce i patrimoni a rischio, prevenendone la scomparsa.
Era lo scorso 15 aprile quando il mondo, immobile di fronte al dramma, assisteva al crollo di una porzione del tetto della cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Gravemente compromessa da quel rogo disastroso, la storica chiesa francese è stata recentemente inclusa tra i venticinque monumenti più a rischio al mondo. A stabilirlo, il World Monuments Fund, l’ente non profit internazionale nato nel 1965 con l’obiettivo di identificare e salvaguardare il patrimonio culturale più a rischio sul pianeta.
Selezionata tra oltre 250 siti a repentaglio su scala globale, la storica chiesa francese diventa in questo modo parte della World Monuments Watch, una lista che definisce ogni due anni luoghi e strutture di alto valore artistico compromessi e che necessitano, pertanto, di urgenti azioni di tutela.
Tra gli altri patrimoni inclusi nell’elenco per il 2020, anche il Bears Ears National Monument (Stati Uniti) ‒ terra sacra per gli indigeni nordamericani minacciata dal turismo crescente ‒, il San Antonio Woolworth Building ‒ punto di riferimento del movimento afroamericano per i diritti civili in Texas –, e l’Isola di Pasqua – l’iconica isola nel Pacifico, insidiata dai flussi turistici. I siti selezionati, scelti in base a un’accurata analisi di professionisti, saranno sottoposti a piani di recupero mirati, stabiliti in accordo con le comunità interessate.
Con la presenza di oltre 836 luoghi a rischio inclusi nella lista a partire dalla sua fondazione, il WMF ha contribuito negli anni al recupero di importanti siti su scala globale, ponendo sul tavolo soluzioni mirate ai fini di prevenire eventuali sciagure, come quella di Notre-Dame.
[Immagine in apertura: Notre-Dame de Paris, France. View of the Cathedral from the southeast, with the spire that collapsed during the April 2019 fire. Date: 2019. Photographer: kavalenkava / Shutterstock.com]