Anche l'arte scende in campo nell'International Day for the Elimination of Violence against Women. A Firenze, in particolare, sarà presente la performer, regista e fotografa austriaca Valie Export.
È stato denominato We Stand TogetHER il multiforme progetto artistico promosso a Firenze in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre il 25 novembre. Palazzo Vecchio e il Museo Novecento ospiteranno una serie di iniziative di sensibilizzazione, curate da Sergio Risaliti e promosse per non smettere mai di “riflettere su un tema così ancora drammaticamente attuale“, come ha sottolineato Sara Funaro, assessore a diritti e pari opportunità del capoluogo toscano.
Originaria di Linz, in Austria, la performer, regista e fotografa Valie Export sarà l’ospite d’onore della giornata. Da sempre attenta, con la sua produzione, alle questioni legate all’identità di genere, sarà protagonista di un dibattito con la curatrice Paola Ugolini e l’artista siciliana Silvia Giambrone. Il talk, in programma nella Sala D’Arme di Palazzo Vecchio alle 18, sarà preceduto dalla proiezione in loop di una selezione di sue video opere, che prenderà il via alle 11. Nel medesimo edificio, il Cortile di Michelozzo ospiterà l’installazione Il luogo più pericoloso. Opera delle artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin, è formata da 94 piatti di ceramica sui quali sono state riprodotte frasi estrapolate dai media e impiegate nel racconto, pressoché quotidiano, degli episodi di cronaca di cui sono vittime le donne.
A partire dal 25 novembre e fino al 9 gennaio 2020, al secondo piano del Museo Novecento saranno inoltre esposte due opere della già citata Silvia Giambrone, legate al tema dell’addomesticamento alla violenza. “È un onore ospitare Valie Export, paladina del femminismo, attivista e punto di riferimento per ogni generazione successiva in arte“, ha sottolineato il direttore artistico del Museo Novecento, precisando che attraverso il progetto We Stand TogetHer si è voluto “confrontare il linguaggio artistico e performativo della sua generazione, che ha dovuto abbattere muri, con la pratica e le opere della generazione attuale rappresentata dalle artiste Silvia Giambrone, Silvia Levenson e Natalia Saurin“.
[Immagine in apertura: Silvia Levenson e Natalia Saurin, Il luogo più pericoloso, dettaglio. Courtesy Museo Novecento Firenze]