Cosa accomuna artisti come Vanessa Beecroft, Robert Mapplethorpe, Helmut Newton e Cindy Sherman? Il loro interesse verso il corpo umano viene analizzato da una collettiva che documenta le connessioni tra fotografia e arti performative all'Helmut Newton Stiftung im Museum für Fotografie di Berlino.
Non sembra azzardato affermare quanto la performance, per nella sua peculiare indipendenza, abbia negli anni individuato nella fotografia una sorta di “genere alleato”. A riflettere sulle connessioni tra queste due forme di indagine artistica, attivando un dialogo a più voci, è la Helmut Newton Foundation, che, negli spazi berlinesi del suo Museum for Photography, ospita la collettiva Body Performance.
Per rintracciare le radici storiche del consolidato legame tra fotografia, performance e action art, la mostra induce a riflettere sulle esperienze dadaista, surrealista e sull’Azionismo viennese, concentrando quindi l’attenzione sulle opere di tredici artisti di fama internazionale. I lavori di Vanessa Beecroft, Yang Fudong, Inez & Vinoodh, Jürgen Klauke, Robert Longo, Robert Mapplethorpe, Helmut Newton, Barbara Probst, Viviane Sassen, Cindy Sherman, Bernd Uhlig ed Erwin Wurm vengono presentati in tutti gli spazi dell’istituzione berlinese.
La mostra, per la prima volta in Germania, riunisce documentazioni fotografiche relative a varie declinazioni di performance art, incluse la danza e altre tipologie di eventi che si svolgono su una scena. Il percorso espositivo comprende anche una selezione di street photography e opere di fotografi concettuali. In ciascuno di questi casi, tuttavia, il focus è sempre il corpo umano, “materia viva” tanto per le sperimentazioni e le indagini autonome dei fotografi, quanto per gli artisti performativi, le cui gesta, nello stesso tempo, sfuggono all’oblio proprio grazie ai maestri dell’arte dello scatto.
Tra gli artisti esposti non poteva mancare Helmut Newton. Particolarmente conosciuto per i suoi studi sul corpo nudo femminile, viene ricordato a 15 anni dalla scomparsa con la serie di scatti relativa ai ballerini del Ballet de Monte Carlo. Si tratta di un lavoro risalente ai primi anni Ottanta, in occasione del quale immortalò i danzatori oltre la dimensione del palcoscenico. Li fotografò, infatti, per le strade di Monaco, nei dintorni del suo casinò, vicino all’uscita di sicurezza dell’edificio del teatro. Body Performance resterà aperta fino al 10 maggio prossimo.
[Immagine in apertura: Robert Longo, Men in the Cities, New York, 1976/1982 © Robert Longo, courtesy Schirmer/Mosel Verlag]