Primo architetto di nazionalità francese a ricevere il prestigioso Pritzker Architecture Prize, Christian de Portzamparc espone un'audace collezione di disegni e dipinti negli spazi della galleria parigina kamel mennour.
Sono trascorsi 25 anni da quando all’architetto e urbanista francese Christian de Portzamparc venne attribuito il Pritzker Architecture Prize: correva l’anno 1994 e lui fu il primo progettista francese insignito del prestigioso riconoscimento. Da allora non sono mancati ulteriori premi – tra cui il Praemium Imperiale Arts Award for Architecture della Japan Art Association, assegnatogli nel 2018 – e importanti incarichi in tutto il mondo.
Attualmente al lavoro su progetti culturali di grande rilievo come il Grand Theater di Casablanca, in Marocco, che si candida a divenire il più vasto teatro del continente africano, e il Cultural Center and Opera House di Suzhou, in Cina, atteso per l’ottobre 2020, Christian de Portzamparc è anche al centro di una mostra, visitabile fino al 18 gennaio nella galleria parigina kamel mennour.
Conosciuto soprattutto per le sue opere architettoniche – dalla LVMH Tower di New York alla Philharmonie Luxembourg; dalla Cidade das Artes di Rio de Janeiro a La Défense Arena di Parigi, recentemente ultimata –, il progettista affianca da sempre all’attività professionale la pratica del disegno e della pittura. Attraverso queste modalità di rappresentazione, di cui la mostra parigina dà ampia testimonianza, porta avanti un’indagine sullo spazio per molti versi indipendente rispetto a quella professionale. Liberate dal peso della costruzione o dai vincoli connessi con l’uso dei materiali, queste opere restituiscono con maggiore audacia idee, ossessioni e visioni dell’architetto.
La mostra Illuminations tratteggia quindi un’immagine inedita di Christian de Portzamparc, che in un dialogo con il curatore della rassegna ha voluto sottolineare la varietà insita in questa specifica parte della sua produzione: “A differenza dell’architettura, che risponde a un programma, a una commissione, per me il disegno è senza programma, senza un calendario. Mi è piaciuta questa libertà, lontano da qualsiasi tipo di ordine o commissione“, ha precisato. Per l’architetto, il disegno e la pittura si rivelano quindi attività estremamente liberatorie, poiché svincolate da tutte le “incombenze” legate alla prassi della progettazione e alla costruzione.
[Immagine in apertura: Christian de Portzamparc, Il y eût les plages, 2019. Encre pigmentaire et acrylique sur toile / Pigment ink and acrylic on canvas 100 x 138 cm © Christian de Portzamparc Courtesy the artist]