La “Cattedrale Vegetale” di Giuliano Mauri, esempio tra i più riusciti di Land Art sul nostro territorio, è stata abbattuta qualche giorno fa dall'amministrazione del Comune di Lodi. Una decisione non prevista, e che pone fine a un monumento inaugurato nel 2017.
Sta facendo il giro del web l’inatteso abbattimento della Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri (nell’immagine in apertura) – costruita a Lodi nel 2017 grazie alla tenacia della famiglia dello scultore scomparso nel 2009.
Situata a pochi metri dalle rive dell’Adda, la grande installazione – una delle tre “cattedrali naturali” ideate da Mauri – contava centootto colonne, ognuna delle quali realizzata con fasci di legna e fusti di giovani alberi destinati a crescere, ricreando con le loro chiome le volte e le navate della struttura. Un monumento iconico di Arte ambientale, che aveva già dimostrato cedimenti nei mesi successivi alla sua costruzione – con il crollo di buona parte delle colonne a causa delle intemperie –, e che da tempo era in attesa di una corretta manutenzione: una cura necessaria, che avrebbe permesso all’architettura di rimanere in piedi portando a compimento il progetto dell’artista.
Costata poco più di 300mila euro (tra contributi pubblici e privati), e considerata senza dubbio una delle maggiori attrattive turistiche dell’hinterland milanese, la cattedrale di Mauri ha visto però nei giorni scorsi la sua fine.
Le tredici colonne vegetali rimaste in piedi sono state infatti rase al suolo nella notte del 23 dicembre, con un’ordinanza firmata dal sindaco Sara Casanova (nella quale viene precisata anche la riapertura della pista ciclabile ai lati del monumento). Una decisione che ha colto di sorpresa la famiglia dell’artista e la comunità lodigiana.