Al Museo Egizio di Torino aperte cinque nuove sale, per conoscere le origini e gli sviluppi dell'istituzione a partire dalla sua fondazione. Tra le novità, anche la ricostruzione di un ambiente museale dell'Ottocento.
C’è una domanda che molti si pongono, quando pensano al Museo Egizio di Torino: qual è la storia di questa istituzione, e da cosa nasce l’idea di uno spazio dedicato all’Egitto nel cuore della capitale sabauda? In risposta al quesito arriva oggi una nuova operazione, voluta per condurre il visitatore all’interno della storia dell’edificio, per scoprirne il passato e le ragioni che portarono alla sua creazione.
Dopo un anno di intense attività – tra le altre, la messa online della collezione di papiri –, il museo diretto da Christian Greco cambia “pelle”, almeno nelle cosiddette “sale storiche” della struttura. È qui che, grazie a una serie di consistenti lavori strutturali, il pubblico sarà accompagnato all’interno di cinque nuovi ambienti, pensati per offrire una ricognizione sulla genesi dell’istituzione, sugli albori della sua raccolta e sulle figure che ne svilupparono la portata nel corso dei secoli.
Curato da Beppe Moiso e dall’archivista Tommaso Montonati, e realizzato in collaborazione con lo studio Nationhood per i prodotti multimediali, il nuovo percorso include la presenza di preziosi reperti d’epoca, materiale digitale, documenti d’archivio, e la ricostruzione fedele di una sala così come si presentava nell’Ottocento.
[Immagine in apertura: Sala con Iside, courtesy Museo Egizio, Torino]