Ha da poco fatto il suo esordio a Piacenza il MES – Museo dell’Emigrazione Scalabrini, la nuova istituzione dedicata ai fenomeni migratori: dai viaggi compiuti in passato dagli italiani, a quelli di chi arriva sulle nostre coste in cerca di aiuto. Un progetto educativo, inserito nel programma “Piacenza 2020. Crocevia di Culture”.
Il panorama museale di Piacenza può contare su una new entry, interamente dedicata all’esperienza dei migranti. Istituito negli spazi della Casa madre dei Missionari Scalabriniani, il MES – Museo dell’Emigrazione Scalabrini nasce con l’obiettivo di offrire ai suoi visitatori un’esperienza multisensoriale sul tema del viaggio e della ricerca di nuove possibilità, con particolare riferimento all’azione umanitaria di Giovanni Battista Scalabrini, vescovo della città tra il 1876 e il 1905.
Ideata dall’architetto Manuel Ferrari con i contenuti multimediali di Twin Studio, la struttura raccoglie video, immagini, materiale documentaristico e testimonianze di varia natura sul tema, definendo nell’insieme un percorso interattivo che va dalla fine dell’Ottocento a oggi, soffermandosi tanto sui fenomeni migratori piacentini ed emiliano-romagnoli quanto su quelli dell’Italia intera nel corso degli anni, con inevitabili richiami ai drammi della situazione attuale.
In ognuna delle quattro sezioni del museo, l’esperienza migratoria è presentata nelle sue fasi salienti: dalla partenza dai luoghi di origine ai pericoli del viaggio, fino alle difficoltà d’inserimento una volta giunti a destinazione. Ognuna delle tappe è illustrata con foto d’archivio, registrazioni audio, materiale interattivo e ricostruzioni scenografiche – come la riproduzione in grande scala della Giulio Cesare, una delle navi transatlantiche simbolo delle migrazioni italiane nel mondo. Un percorso di visita intelligente e dal forte valore educativo, inserito nel programma Piacenza 2020. Crocevia di Culture – il calendario di eventi culturali che caratterizzeranno la prossima stagione cittadina.
[Immagine in apertura: Museo dell’Emigrazione Giovanni Scalabrini. All’interno della proiezione a 270°: situazione migratoria a partire dal 1870, ritratti di persone che hanno lasciato gli Appennini e raccontano le loro storie]