Nel suo nuovo libro, la filosofa Carole Talon-Hugon punta i riflettori su un'arte contemporanea sempre più militante e attivista – a cui fa da contrappunto il moltiplicarsi dei casi di censura. Un'indagine necessaria, per approfondire i nuovi rapporti tra arte, etica e morale.
Antiglobalista, anticolonialista, ecologista e femminista. Eppure la domanda che si pone la filosofa Carole Talon-Hugon è una, e piuttosto diretta: cosa c’entra la morale con l’arte? A guardare la produzione artistica degli ultimi anni, in effetti, sono sempre più frequenti gli artisti che scelgono di confrontarsi con tematiche spinose della nostra attualità. Ma ce n’è davvero bisogno? E quali sono i rischi sottesi a questa “svolta moralizzante” delle pratiche artistiche?
A tentare un interessante ragionamento su tali quesiti arriva oggi L’arte sotto controllo – Nuova agenda sociale e censure militanti (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina), un saggio breve quanto esaustivo portato sugli scaffali da Johan & Levi Editore.
Scritto con uno stile conciso, coraggioso e non privo di polemica, il libro affronta la cronaca e i mutamenti di un’arte sempre più “politically correct”. Basta fare un giro tra i festival e le biennali degli ultimi tempi per avere un’idea lucida sulla questione: che sia lo sfruttamento del pianeta, il tema dei migranti o la causa femminista, le tematiche “in voga” tra i massimi eventi sono quasi sempre, prevedibilmente, legate a una visione “moralistica” della sfera sociale: “L’artista indifferente o provocatore ha lasciato il posto a un’altra figura: quella dell’artista serio, virtuoso e impegnato”, scrive l’autrice.
A una prima scansione cronologica degli eventi e delle figure che hanno maggiormente segnato il nuovo orientamento dell’artista segue, nella seconda parte del volume, il contraccolpo di questa inversione di tendenza, ovvero la crescente affermazione della censura. Il boicottaggio dei film di Woody Allen, le contestazioni contro una rassegna di Roman Polanski o l’aggiunta di banner censori sui poster di nudi di Egon Schiele ne sono la prova. Il libro approfondisce questi e molte altri spunti, offrendo il giusto stimolo a una riflessione critica sui tempi che stiamo vivendo.