Pilastro della fotografia italiana, Gianni Berengo Gardin è il protagonista della mostra appena inaugurata da Forma Meravigli, a Milano. Un omaggio all'autore a novant'anni dalla sua nascita attraverso i suoi scatti e le parole di colleghi e amici.
C’è tempo fino al 5 aprile per ricercorrere la carriera di Gianni Berengo Gardin, al centro della mostra Come in uno specchio. Fotografie con testi d’autore, allestita negli ambienti milanesi di Forma Meravigli e prodotta da Contrasto. Nell’anno in cui si festeggia il novantesimo anniversario della sua nascita, Milano rende omaggio all’autore proponendo un itinerario composto da immagini e parole.
I ventiquattro scatti esposti sono accostati alle riflessioni di altrettanti amici, colleghi, intellettuali, giornalisti, architetti e registi, ciascuno dei quali ha selezionato una fotografia affiancandole il proprio commento, spesso evocativo dell’incontro con l’artista.
Quelle di Marco Bellocchio, Carlo Verdone, Stefano Boeri, Renzo Piano, Mimmo Paladino, Ferdinando Scianna e Sebastião Salgado sono solo alcune delle voci che guidano alla scoperta di uno stile fotografico caratterizzato dal sapiente bilanciamento di luci e ombre, di riflessi “rubati” a una realtà descritta da Berengo Gardin in maniera magistrale per mezzo della sua Leica.
Ne è testimonianza una delle fotografie più iconiche tra quelle esposte: In vaporetto, del 1960, come dichiara Mimmo Paladino, “è una fotografia che nella nebbia, con un sapiente gioco di specchi, cerca di catturare un raggio di sole”. Un emblema del talento di Gianni Berengo Gardin nel leggere il mondo che lo circonda e nel restituirne il suo doppio.
[Immagine in apertura: In vaporetto. Venezia, 1960 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma]