Svelati i nomi dei 10 team che progetteranno le installazioni temporanee del Festival des Architectures Vives 2020. Come di consueto, la kermesse sarà ospitata nel centro storico di Montpellier e ciascun intervento attiverà una forma di dialogo tra il patrimonio storico della città francese e i linguaggi dell'architettura contemporanea.
È Transition il tema dell’edizione 2020 del Festival des Architectures Vives di Montpellier. L’ormai tradizionale appuntamento di inizio estate della città francese si rinnova anche quest’anno, mantenendosi fedele al suo obiettivo: incoraggiare l’incontro tra i linguaggi, anche sperimentali, dell’architettura effimera e le bellezze storiche e artistiche del centro di Montpellier.
Resta infatti invariata la “formula” dell’evento, in programma dal 9 al 14 giugno prossimi. Anche quest’anno dieci giovani team di progettisti si misureranno con cortili, palazzi e spazi privati della città inserendo al loro interno installazioni temporanee site specific. Ciascuna offrirà una peculiare lettura del luogo scelto, introducendo uno o più elementi in grado di modificare la percezione canonica, di generare nuove prospettive, di attivare una riflessione sulle relazioni tra luoghi e individui e, soprattutto, di ridurre le distanze verso l’architettura contemporanea.
Prevalente, come di consueto, è la presenza delle giovani leve dell’architettura francese, talvolta affiancate da colleghi originari di altri Paesi europei o nordamericani. I render già diffusi consentono di cogliere alcune delle novità che attendono i visitatori del Festival des Architectures Vives 2020. Alla possibilità di entrare in luoghi della città di Montpellier di solito non accessibili si accompagna la promessa di sperimentare esperienze, fisiche e visive, in prima persona.
Denominato An 4000, il progetto del duo Atelier AJO – al secolo José Roldán e Alice Delattre – prevede il posizionamento, al centro di un cortile in ghiaia, di una sorta di “micro-architettura” in parte vegetale con un’audace “inclinazione prospettica”. Punta tutto su una silhouette femminile, riprodotta in versione oversize, e sulla sua “ombra” l’intervento degli architetti Frédéric Champagne e Leon Seibert. In attesa del montaggio di tutte le installazioni, ecco una gallery fotografica con il meglio dell’ultima edizione del festival francese.
[Immagine in apertura: Progetto An 4000 – Atelier AJO : José Roldán et Alice Delattre. Photo credit Atelier AJO]