Nasce l’Alfabeto pandemico: un vocabolario per descrivere il presente e guardare al futuro

15 Aprile 2020

Cuore di zucchero, Caterina Morigi per lostatodeiluoghi.com

Dare un nome alle cose significa farle esistere, definirle con chiarezza nella nostra mente. Farlo in questi giorni di smarrimento, in cui l’orizzonte in lontananza appare più che mai incerto, appare dunque fondamentale, per non perdere di vista il mondo (e il tempo) che stiamo vivendo.

Lo sanno bene i circa sessanta operatori culturali de Lo Stato dei Luoghi, la nuova rete di rigenerazione urbana nata con l’obiettivo di organizzare, coordinare, raccogliere sotto uno stesso denominatore i tantissimi spazi “rigenerati” della nostra penisola: centri di aggregazione, istituzioni culturali, artistiche e sociali la cui esistenza si basa sulla possibilità di incontro tra le persone. Sono loro gli ideatori dell’Alfabeto pandemico, un vocabolario in continuo divenire creato con l’obiettivo di identificare quelle “parole chiave” sui cui basare le politiche di rinascita del futuro.

PAROLE, PAROLE, PAROLE

I vocaboli raccolti sino a ora solo oltre cinquecento: da ospitalità a condivisione, da microcosmo a oblomov, fino a solitudine e zoo. A suggerirli artisti, pensatori, musicisti e intellettuali – come Annamaria Testa, Paolo Fresu ed Emma Dante – ma anche e soprattutto cittadini attivi e organizzazioni culturali che stanno dando il loro contributo esprimendo sentimenti e pensieri per descrivere questi giorni speciali.

Per leggere la lunga lista di parole, e per contribuire in prima persona aggiungendone altre, basterà connettersi al sito de Lo Stato dei Luoghi e suggerire le proprie impressioni su quella che dovrà essere la rinascita post-pandemica.

[Immagine in apertura: Cuore di zucchero, Caterina Morigi per lostatodeiluoghi.com (dettaglio)]