Un nuovo lutto segna lo scorrere di queste difficili settimane martoriate dalla emergenza globale. Risale a pochi minuti fa la notizia della scomparsa di Germano Celant, nome di punta della critica d'arte nostrana e "mente" alla base del movimento dell'Arte Povera.
Il suo nome è collegato ad alcuni fra i capitoli più intensi della storia dell’arte nostrana recente, di cui contribuì a definire le peculiarità e le sorti. Stiamo parlando di Germano Celant, vittima, a ottant’anni, del virus che sta mettendo a dura prova la popolazione mondiale.
Nato a Genova nel 1940, Germano Celant fu, sul finire degli anni Sessanta, il teorico dell’Arte Povera, movimento destinato a influenzare profondamente gli sviluppi della creatività italiana, e non solo, nei decenni successivi. Kounellis, Paolini, Prini e Pascali furono solo alcuni degli artisti che, insieme a Celant, diedero forma a una poetica basata sul recupero del legame con la materia e calata nel presente, come ben sottolineato dal critico in uno dei suoi scritti più celebri, Appunti per una guerriglia, datato 1967.
Grazie a una lucida e puntuale visione critica, Celant fu in grado di rendere l’arte italiana contemporanea accessibile anche al pubblico internazionale, curando mostre divenute pietre miliari come Identitè italienne. L’arte en Italie depuis 1959 al Centre Pompidou di Parigi nel 1981 o Italian Metamorphosis 1943-1968 al Guggenheim Museum di New York nel 1994. Memorabili anche le mostre curate da Celant nella sede espositiva veneziana della Fondazione Prada, come When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013, in dialogo con Thomas Demand e Rem Koolhaas, che riportò “in vita” l’omonima rassegna curata da Harald Szeemann nel 1969, e la retrospettiva dedicata a Jannis Kounellis.
Sky Arte renderà omaggio a Germano Celant mandando in onda domani, giovedì 30 aprile, alle 19:20, il documentario Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio, che racchiude anche alcune riflessioni del critico sul lavoro del pittore veneziano, Leone d’Oro alla Biennale d’Arte di Venezia del 1997, diretta da Celant. Grazie a video d’archivio e alla voce narrante di Toni Servillo – impegnato nella lettura dei diari di Vedova –, la pellicola ripercorre le vicende professionali e private di Emilio Vedova, calandole nel contesto storico italiano.