Ferrara riparte con la mostra dedicata a Banksy

29 Maggio 2020

Love Is In The Air (Flower Thrower), 2003, serigrafia su carta, 50 x 70 cm. Collezione privata

Mancano solo poche ore all’inaugurazione della mostra Un artista chiamato Banksy, in programma fra le sale del Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 30 maggio al 27 settembre. La rassegna, curata da Stefano Antonelli, Gianluca Marziani e Acoris Andipa, sigla la ripartenza della istituzione ferrarese nel solco di uno degli artisti più chiacchierati del panorama contemporaneo.

Instancabile e avvolto dal mistero, lo street artist di Bristol torna nuovamente sotto i riflettori, dopo aver fatto parlare di sé anche durante il lockdown grazie all’intervento realizzato nella stanza da bagno della propria abitazione e all’omaggio ai medici e a tutti gli operatori del Sistema sanitario nazionale britannico. Provenienti da una serie di collezioni private, le oltre cento opere in arrivo a Ferrara descrivono la parabola di Banksy nell’arco degli ultimi vent’anni, spaziando dai dipinti degi esordi ai lavori legati a Dismaland, il parco di divertimenti distopico (e temporaneo) ideato dall’artista nel 2015.

LE OPERE DI BANKSY

Ad animare l’esposizione sono dunque i dipinti ottenuti ricorrendo a spray e acrilici utilizzati su diversi tipi di supporto ‒ ne è un esempio Lab Rat, risalente al 2000 e dipinto da Banksy in occasione del Glastonbury festival su un pannello laterale di un palco ‒, ma anche le celeberrime serigrafie che riproducono alcune delle sue opere più note e che contribuiscono a diffondere i messaggi a impronta sociale di cui l’artista si fa portavoce. Basti pensare a Love is in the air, la serigrafia su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil comparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme sul muro di separazione tra israeliani e palestinesi nell’area della West Bank. Un tema evocato da Banksy anche nel provocatorio Walled Off Hotel.

La mostra di Ferrara è dunque un’occasione per conoscere da vicino un artista capace di superare, come sottolinea il curatore Marziani, “la stessa arte che finora abbiamo conosciuto. Ne riformula regole, usi e costumi, ricreando una filiera che elimina gli imbuti produttivi del modello tradizionale. Banksy usa strumenti e materiali che tutti conosciamo, senza perdere aderenza con oggetti fisici e tangibili, con forme semplici e quasi banali, con un mondo lo-fi privo di utopie fantasy. Lo capiscono tutti in quanto usa la grammatica degli oggetti e la sintassi delle storie condivise. Si alimenta di cronaca e realtà, ribaltando storie che toccano l’umanità intera“.

[Immagine in apertura: Love Is In The Air (Flower Thrower), 2003, serigrafia su carta, 50 x 70 cm. Collezione privata]