Il fumettista Zerocalcare sbarca al Museo di Palazzo Pretorio a Peccioli, in provinca di Pisa, con una mostra che guarda al presente con occhio disincantato ma lucido. Invitando a cambiarne le dinamiche per garantirci un futuro migliore.
L’epoca nella quale viviamo, resa ancora più incerta dalla pandemia che affligge il pianeta, ha contorni frastagliati, innervati di valori universali e del loro esatto opposto. La mostra appena inaugurata fra le sale del Museo di Palazzo Pretorio a Peccioli, in provincia di Pisa, guarda all’attualità del nostro tempo attraverso gli occhi di uno dei fumettisti italiani più amati.
Visitabile fino al 20 settembre, l’esposizione restituisce il punto di vista sull’oggi di Michele Rech, alias Zerocalcare, lucido osservatore del mondo che lo circonda, trasformato poi in linee, disegni e battute taglienti. Come sottolineato dal titolo, Senza santi, senza eroi affonda le radici nel disincanto di una generazione, quella dell’artista, nato nel 1982, verso il presente e il futuro di un sistema ‒ sociale, economico, politico ‒ all’interno del quale non c’è spazio né per i santi né per gli eroi, appunto.
Compongono la mostra opere realizzate ad hoc e una serie di lavori firmati da Zerocalcare fra il 2003 e oggi, che, insieme, offrono un dettagliato colpo d’occhio sull’immaginario del fumettista e anche una ironica e implacabile “fotografia” del tempo storico in cui siamo immersi. I nove ritratti su tela e foglia oro che danno il via alla mostra rappresentano alcuni dei personaggi chiave della produzione dell’artista, che rimandano a una quotidianità fatta di individui destinati a lottare per garantirsi un posto nel mondo, sfidando le disuguaglianze e l’emarginazione.
Non mancano le illustrazioni ispirate ai movimenti di opposizione sociale che hanno fatto sentire la loro voce nel corso degli ultimi anni e ai fatti di cronaca italiana e internazionale, a riprova dell’attenzione di Zerocalcare nei confronti delle dinamiche su cui si innesta la realtà della nostra esistenza. Tuttavia l’invito dell’artista è a non cedere all’immobilismo e a battersi per il bene comune, come testimoniato dalle sue parole: “(..) Io ho ancora fiducia che le cose possano cambiare, che si possa fare qualcosa.(..) Credo abbia senso fare delle cose, manifestare, comunicare, mettere in pratica dei cambiamenti, sperimentare forme di vita, commercio, socialità, cultura. Vale molto più quello di qualsiasi ideologia o fede nella rivoluzione“.
[Immagine in apertura: un dettaglio della locandina della mostra ZEROCALCARE. Senza santi, senza eroi al Museo di Palazzo Pretorio di Peccioli]