La Pinacoteca di Brera e la Galleria dell'Accademia di Firenze si uniscono all'azienda Haltadefinizione per due straordinari progetti di museo digitale. Una serie di opere ad altissima risoluzione offerte ad appassionati e studiosi per conoscere i grandi capolavori attraverso le potenzialità della rete.
Lo sappiamo bene, durante i mesi di pandemia la sfera digitale è stata una vera e propria ancora di salvezza per moltissime istituzioni del Paese che, impossibilitate ad accogliere il pubblico a causa del lockdown, hanno trovato nel web il loro unico strumento per rimanere in contatto diretto con affezionati e visitatori. Ma come mettere a frutto l’insegnamento di questa esperienza e fare in modo che le potenzialità della tecnologia vengano impiegate a dovere, anche dopo che l’emergenza sanitaria sarà conclusa? Come spingere i musei d’Italia a compiere il tanto atteso step digitale, aprendosi ai nuovi linguaggi del presente?
Un buon esempio e un incentivo verso questa direzione arriva oggi da due tra le istituzioni artistiche più rinomate della penisola. Stiamo parlando della Pinacoteca di Brera e della Galleria dell’Accademia di Firenze, promotrici di un straordinario progetto di digitalizzazione delle loro opere, grazie alla collaborazione con Haltadefinizione – azienda italiana specializzata nella fotografia in gigapixel e nella riproduzione di opere d’arte ad altissima qualità.
A dare inizio a questa straordinaria operazione digitale è stata proprio l’istituzione milanese guidata dal direttore James Bradburne. Nell’ambito della campagna #laculturanonsiferma, promossa dal MiBACT durante le settimane di quarantena, la Pinacoteca ha infatti messo a disposizione del pubblico della rete una serie di opere d’arte presenti nella propria collezione, digitalizzate a consultabili online in maniera mai prima d’oggi così dettagliata. Riproposte in modalità virtuale grazie al supporto di Haltadefinizione, opere come Il bacio di Hayez, l’Adorazione dei Magi di Correggio e Lo sposalizio della Vergine di Raffaello sono ora consultabili con un ingrandimento fino a 40 volte la loro misura reale: un’occasione straordinaria per “entrare” nei singoli capolavori, scovando sottigliezze e dettagli difficili da notare persino a occhio nudo. Per averne prova basta visitare la sezione speciale del sito del museo, e perdersi nella magia delle opere offerte al pubblico.
A seguire le orme di questa iniziativa virtuosa è anche la Galleria dell’Accademia di Firenze, fiore all’occhiello della cultura toscana che, nell’ottica di valorizzare le sue collezioni, ha recentemente avviato una massiccia operazione di digitalizzazione di ben cinquanta capolavori custoditi tra le sale del museo. Tra questi il Ratto delle Sabine di Giambologna, i dipinti di Lorenzo Monaco, Pietro Perugino, Filippino Lippi, Sandro Botticelli, Pontormo, Bronzino e Allori.
Anche in questo caso il supporto di Haltadefinizione si è dimostrato cruciale e, nel corso delle prossime settimane, i risultati dell’iniziativa saranno pienamente godibili sul sito dell’istituzione. L’obiettivo è permettere a curiosi e appassionati di beneficiare di una fruizione ravvicinata di dipinti e sculture d’indubbia bellezza, ma anche di consentire a studenti, restauratori e studiosi di storia dell’arte di monitorare lo stato di conservazione delle opere. L’auspicio è che sempre più istituzioni italiane possano percorrere la stessa strada, innalzando il livello di informatizzazione delle nostre amate raccolte.
[Immagine in apertura: courtesy Haltadefinizione]