Impiegando il metodo di telerilevamento laser LIDAR, un team di ricercatori internazionali guidato da docenti della School of Anthropology dell'Università dell'Arizona ha rilevato un complesso monumentale attualmente considerato come il "più antico e più grande eretto della civiltà Maya". Avvenuta a Tabasco, in Messico, la scoperta è stata documentata da un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista "Nature".
Osservando dall’alto, così come a distanza ravvicinata, il sito denominato Aguada Fénix – situato a Tabasco, in Messico, vicino al confine nord-occidentale del Guatemala – , non lascia intravedere la sua straordinarietà. Eppure, grazie all’impiego della tecnologia LIDAR – Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging, il team internazionale guidato da Takeshi Inomata e Daniela Triadan – professori della School of Anthropology dell’Università dell’Arizona presso il College of Social and Behavioral Sciences – è stato in grado di individuare quello che è già stato ribattezzato come “il monumento Maya più grande e più antico mai scoperto“.
“Sembra solo un paesaggio naturale“, ammettono i ricercatori in relazione alla zona di intervento, ma, al di sotto della superficie vegetale dell’altopiano, gli strumenti in grado di penetrare nelle chiome e nel terreno hanno permesso di rivelare “forme tridimensionali dalle caratteristiche archeologiche“. Più nel dettaglio, attraverso le tecniche di telerilevamento LIDAR a bassa risoluzione, “abbiamo notato un’enorme piattaforma“, preludio di un complesso monumentale sul quale sono state condotte ulteriori indagini. La datazione al radiocarbonio ha consentito di collocare cronologicamente la piattaforma al periodo tra il 1000 e l’800 a.C.
Recentemente condivisa con la comunità scientifica globale sulla prestigiosa rivista Nature, la scoperta “rappresenta un momento di grande cambiamento per la Mesoamerica e ha diverse implicazioni“, ha sottolineato Inomata. Fin qui, infatti, gli archeologi ritenevano che la civiltà Maya si fosse evoluta gradualmente, nella forma di piccoli villaggi apparsi tra il 1000 e il 350 a.C. – nel corso del cosiddetto periodo preclassico medio –, ovvero in parallelo con lo sviluppo della ceramica e delle coltivazioni di mais. Una posizione “messa in crisi” dal ritrovamento di quello che secondo gli studiosi sarebbe un complesso cerimoniale, eretto su un plateau artificiale che misura 1,4 chilometri in lunghezza, circa 400 in larghezza, e comprensivo di nove strade rialzate.
Un’impostazione che lascerebbe presupporre la presenza simultanea di molte persone in questo luogo. Aguada Fénix si qualificherebbe dunque come il più vasto sito monumentale della civiltà Maya fin qui emerso, superando anche l’omologo di Ceibal, costruito nel 950 a.C., che fin qui deteneva tale “primato”. Non solo: il fatto che edifici monumentali esistessero già in quella fase della società Maya indurrebbe gli archeologi a riconsiderare il processo di evoluzione dell’antica civiltà. Anche per questo, ha annunciato il professor Inomata, gli studi proseguiranno: “Vogliamo vedere come vivevano le persone durante questo periodo e che tipo di cambiamenti nello stile di vita stavano accadendo in tale fase”.
[Immagine in apertura: Credit Takeshi Inomata]