Con l'inizio del mese di giugno si consolida il processo di riapertura dei siti di interesse storico e artistico in Italia e delle istituzioni culturali. Un percorso che coinvolge anche l'archeologia, con proposte dal nord al sud del Paese.
Procede a grandi passi il tentativo di “ritorno alla normalità” anche per quanto riguarda la fruizione dell’eccezionale patrimonio artistico italiano. Dopo la riapertura delle mostre temporanee, dei musei e dei parchi dedicati all’arte contemporanea, la nostra ricognizione sul post-lockdown si sofferma oggi sull’archeologia. Per un “itinerario” di respiro nazionale, a spasso tra le epoche.
Prenotazione obbligatoria a orario predeterminato e nuove modalità di fruizione per il Parco archeologico del Colosseo, tra i più visitati in Italia come documentato dalle rilevazioni relative agli ultimi dodici mesi. Dopo il periodo di stop forzato, nel corso del quale sono state sperimentate forme di dialogo digitali, dal primo giorno di giugno Colosseo, Foro Romano e Palatino tornano ad accogliere i visitatori. Per assicurare un’esperienza in totale sicurezza, sono stati sviluppati nuovi percorsi. In particolare, per quanto attiene l’Anfiteatro Flavio, sarà possibile scegliere tra i circuiti Il Colosseo si racconta – con affaccio ai sotterranei dal I ordine, salita al II ordine, visita dell’esposizione permanente, affaccio dalla terrazza Valadier sulla piazza del Colosseo (tempo stimato 45 minuti) –, e Colosseo-Arena, che si snoda lungo il I ordine fino alla porta Libitinaria, per poi accedere al piano dell’arena (tempo stimato 40 minuti).
Primi giorni di riapertura per il parco archeologico della Valle dei Templi, al cui interno è possibile rivivere il fascino dell’antica città di Akragas, “la più bella fra quante son albergo per gli uomini“, come scrisse il poeta greco Pindaro. Accessibile gratuitamente fino al 7 giugno, la Valle dei Templi non è il solo sito archeologico riaperto dopo il lockdown in Sicilia. L’introduzione di nuove modalità e visite contingentate caratterizzano infatti anche il post-quarantena di molte aree di interesse di rilievo storico-archeologico regionali; dalla Villa Romana del Casale a Piazza Armerina al Parco Archeologico Neapolis, a Siracusa; dal Teatro greco-romano e all’Odeon di Catania fino alle aree di Segesta e Selinunte, per citarne alcune.
Nel corso della chiusura imposta dall’emergenza sanitaria l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, che gestisce i siti monumentali di Villa Adriana, Villa d’Este e il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, ha studiato nuovi percorsi di visita, rispettosi delle norme anti-contagio: l’obiettivo dichiarato è garantire “una fruizione lenta, ma profonda e consapevole“. Parallelamente sono state intraprese operazioni a tutela del verde, comprese le necessarie cure fitosanitarie e le potature stagionali. A partire dal 27 maggio, i siti di questo circuito si mostrano al pubblico in tutto il loro splendore, offrendo l’opportunità di accompagnare la fruizione artistica al godimento degli ampi spazi verdi presenti. Tra le novità annunciate si segnala il progetto espositivo Villa Adriana tra Cinema e UNESCO, al via il 29 giugno – fino al 30 settembre.
Ingresso unico da Piazza Anfiteatro e visita lungo un percorso a senso unico, appositamente segnalato, contraddistinguono la riapertura del Parco archeologico di Pompei, avvenuta lo scorso 26 maggio scorso, parallelamente all’annuncio del rinvenimento di alcuni graffiti e dettagli decorativi emersi all’interno della villa di Civita Giuliana. Il biglietto, acquistabile esclusivamente online, consente di scegliere la fascia oraria di ingresso; al momento chiuse le aree di Oplontis, Stabiae e Boscoreale. Restando in Campania, a partire dal 2 giugno, cancelli aperti anche al Parco Archeologico di Ercolano, che fino al mese di ottobre sarà aperto tutti i giorni, eccetto martedì per sanificazione periodica.
Destinazione Friuli Venezia Giulia per l’area archeologia di Aquileia: tra le più rilevanti in Italia, comprende sia resti archeologici visibili all’aria aperta – foro, porto fluviale, mercati, domus e il cosiddetto “sepolcreto”, riaperti dal 19 maggio scorso –, sia testimonianze del passato cosmopolita di questa strategica colonia romana “racchiusi” in strutture architettoniche. Questo è il caso degli straordinari mosaici del IV secolo conservati nella Basilica patriarcale. Parallelamente all’avvio del processo di riapertura, la Fondazione Aquileia ha dichiarato di essere al lavoro sull’undicesima edizione dell’Aquileia Film Festival, in programma dal 28 al 31 luglio.
[Immagine in apertura: vista del Colosseo e della cavea interna. Crediti: Archivio fotografico Parco archeologico del Colosseo]