Dopo il primo appuntamento di febbraio, il Centro Trevi di Bolzano continua la sua indagine sull'universo artistico di Bruno Munari, soffermandosi sulle sperimentazioni cromo-cinetiche del designer milanese.
Bruno Munari è senza dubbio uno degli artisti più amati del Novecento italiano. È, inoltre, certamente uno di quelli su cui ancora ci sarebbe molto da dire: la sua produzione è stata infatti capace di trascendere le definizioni e i confini tra le varie discipline, offrendo ricerche e sperimentazioni che attendono ancora di essere studiate e apprezzate in tutta la loro forza anticipatrice. Ne sono un esempio le Proiezioni degli anni Cinquanta: veri e propri tentativi di “dipingere” attraverso la luce che gettarono – più o meno consapevolmente – i presupposti per ciò che, nei decenni a seguire, avremmo chiamato mapping e videoarte.
Una folta selezioni di questi lavori si prepara ora a essere esposta al Centro Trevi di Bolzano come parte del progetto a più capitoli Munari – In movimento: un’indagine sulle straordinarie ricerche dell’artista verso una nuova spazialità.
Dopo la rassegna dello scorso febbraio dedicata alle macchine a struttura flessibile – opere scultoree capaci di interagire con l’ambiente, ricreando nello spazio un’inedita relazione con l’osservatore –, il progetto punta oggi i riflettori sulle sperimentazioni luminose dell’eclettico artista milanese. Succede con Proiezioni a luce fissa e Proiezioni a luce polarizzata: un percorso ragionato che raccoglie decine di composizioni con pellicole trasparenti in plastica, pittura, retini ed elementi organici, proiettate al chiuso e all’aperto con l’obiettivo di restituire alla luce la sua monumentalità, trasformandola persino in “scultura” all’interno dello spazio fisico.
Aperta a partire da domani, 10 luglio, la mostra, ideata da una delle massime esperte sulla ricerca dell’autore, Miroslava Hajek – curatrice dell’evento insieme a Manuel Canelles –, offrirà un’importante testimonianza in merito alle ricerche cromo-cinetiche di Munari. Un repertorio inedito e largamente sconosciuto, che avrete occasione di ammirare fino al 31 luglio.
[Immagine in apertura: Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata, 1953. Materiali vari. Courtesy Miroslava Hajek]