Svolta ambientalista per il Guggenheim Museum di Bilbao: i poster pubblicitari dell'istituzione diventano "a prova di ambiente", grazie a una nuova tecnologia che permette di purificare l'aria. Nel frattempo il calendario del museo è tutto da scoprire, con le mostre, fra gli altri, di Olafur Eliasson e Lygia Clark.
A partire dalla riapertura degli spazi espositivi, moltissimi musei e istituzioni d’arte internazionali si sono ripresentati agli occhi del pubblico con nuova consapevolezza. La cognizione dei limiti e delle fragilità del nostro sistema sociale, unita a un maggiore senso di responsabilità rispetto al valore educativo della cultura, hanno iniziato a caratterizzare le scelte e i programmi di molti protagonisti del panorama artistico globale.
A guidare questa nuova tendenza, che altro non è se non la naturale risposta alla crisi umanitaria appena attraversata, è uno dei rappresentanti per eccellenza dell’arte mondiale: il Guggenheim Museum di Bilbao, a capo di una nuova iniziativa dalla forte carica ambientalista. A partire da oggi, infatti, tutti i manifesti e i banner pubblicitari esterni al museo spagnolo saranno realizzati con Pureti® Print, la nuova tecnologia che permette di catturare le sostanze inquinanti presenti nell’aria, trasformandole in anidride carbonica e vapore acqueo.
Sviluppato in collaborazione con la NASA, e certificato da diverse istituzioni scientifiche internazionali, questo tipo di sistema contraddistingue sia il grande poster esterno al museo, sia i banner minori diffusi lungo le strade principali della città di Bilbao. L’obiettivo è trasformare ogni attività pubblicitaria in una piccola ma sostanziale azione benefica per l’ambiente, contribuendo a sensibilizzare visitatori e cittadini sui temi della natura e della sostenibilità.
Ma quali saranno le mostre che caratterizzeranno il cartellone del museo spagnolo, a poche settimane dalla sua riapertura? Ad accogliere il pubblico è innanzitutto la monografica dedicata a Lygia Clark, figura di spicco dell’avanguardia brasiliana. La sua produzione artistica rivoluzionaria è raccontata (fino al 25 ottobre) in Lygia Clark – Painting as an Experimental Field, 1948–1958: una ricognizione sulle sperimentazioni dell’artista, tra astrazione e figurazione.
Si riferisce invece a uno dei maestri indiscussi del disegno e della scultura mondiale la mostra William Kentridge: 7 Fragments (curata da Manuel Cirauqui e visitabile fino al 7 febbraio 2021), mentre la ricerca minimalista di Richard Artschwager è al centro dell’omonimo progetto espositivo: un percorso tra oggetti e dipinti realizzati a partire dagli anni Sessanta e raccolti in una straordinaria retrospettiva aperta fino al prossimo 23 agosto. Una staffetta di rassegne di alto valore, cui si aggiunge la retrospettiva dedicata a Olafur Eliasson, dal titolo In Real Life: trenta opere selezionate dagli inizi della carriera, visibili fino al 4 aprile 2021.
[Immagine in apertura: Photo courtesy Guggenheim Museum Bilbao]