Il MUSEC di Lugano – nella sua nuova sede di Villa Malpensata – ospita uno straordinario progetto espositivo con novanta dipinti decorativi giapponesi. Si tratta dei “kakemono”, opere a inchiostro concepite per abbellire lo spazio interno delle abitazioni.
Continua l’interesse verso l’arte orientale da parte del MUSEC – Museo delle Culture di Lugano, noto per i suoi approfondimenti sulla cultura dei Paesi asiatici. Ad aggiungere un nuovo tassello all’ormai rinomata ricerca dell’istituzione è oggi Kakemono – Cinque secoli di pittura giapponese, un complesso progetto espositivo interamente dedicato all’esplorazione della tradizione figurativa nipponica.
Aperta fino al prossimo 21 febbraio, e ritenuta la rassegna più estesa mai dedicata al tema, la mostra – curata da Matthi Forrer – presenta una vasta e ragionata selezione di kakemono, dipinti su seta, cotone o carta fissati su rotoli e appesi in verticale come decorazione d’interni. Selezionate nell’arco di cinque secoli di storia e provenienti dalla Collezione Perino, le opere offrono una suggestiva immersione nei linguaggi visuali e nella filosofia giapponese, conducendo lo spettatore in un viaggio senza confini in cui delicatezza, passione per l’effimero e amore per la natura coincidono con rara armonia.
Realizzati dai maggiori esponenti di questa tecnica – Yamamoto Baiitsu, Tani Buncho, Kishi Ganku e Ogata Korin –, i novanta kakemono sono qui presentati all’interno di cinque sezioni tematiche, ognuna delle quali dedicata alle figure e ai temi più ricorrenti. È così che fiori, uccelli, elementi antropomorfi, paesaggi e scene di vita reale si alternano nelle opere esposte, libere di oscillare sulle pareti esaltando la bellezza e la caducità della vita. Ad arricchire il tragitto di visita, infine, anche due armature originali di samurai e alcuni album di fotografie giapponesi di fine Ottocento provenienti dalla preziosa collezione del museo.
“L’esposizione di Villa Malpensata”, ha dichiarato Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano, “è un nuovo capitolo nel percorso di studio della creatività e delle tradizioni culturali del Giappone, iniziato quindici anni fa dal MUSEC, con la rassegna dedicata alle foto sottomarine delle pescatrici di Hèkura, realizzate nel 1954 da Fosco Maraini, e proseguita con diversi altri capitoli, come quello sulle stampe erotiche e quello sui capolavori della fotografia colorata a mano dell’Ottocento, di cui oggi possediamo una collezione di oltre 16.000 opere, di gran lunga la maggiore esistente al mondo”. Un polo d’innegabile interesse, dunque, per tutti gli amanti dell’arte e della cultura del Paese del Sol Levante.
[Immagine in apertura: Kaburagi Kiyokata, 1878-1972. Una geisha con parasole, sotto un acero con foglie autunnali. 1920-1939. Dipinto a inchiostro e colori su seta 45,7×50,9 cm. Collezione Perino © 2020 MUSEC/Fondazione culture e musei, Lugano]