Le prime rampe per disabili furono progettate dagli antichi greci?

23 Luglio 2020


Le testimonianze artistiche, architettoniche e letterarie risalenti all’antica Grecia hanno fornito a studiosi e archeologi la possibilità di addentrarsi in profondità in una delle più antiche civiltà del passato. Nonostante molti aspetti legati al suo sviluppo, alla sua crescita e ai conflitti attivi al suo interno siano già noti, non si arresta l’azione di ricerca e di studio intorno a questa affascinante popolazione dell’area mediterranea.

Di recente, ad accendere i riflettori sul rapporto tra architettura e disabilità nell’antica Grecia è stato The architecture of access: ramps at ancient Greek healing sanctuaries, lo studio redatto dall’archeologa e docente Debby Sneed. Sebbene gli esperti del settore fossero già a conoscenza del possibile impiego di rampe posizionate sui templi greci, la trattazione di questa tematica era stata fin qui considerata marginale. Sneed ha scelto di approfondirla, sostenendo che l’impiego di tali sistemi sarebbe riconducibile alle modalità di accesso dei fedeli a ridotta mobilità. L’auspicio è che i risultati della sua analisi incoraggino percorsi di ricerca analoghi, in grado di fare chiarezza sulla questione dell’accessibilità in tutto il mondo classico.

MONDO CLASSICO E BARRIERE ARCHITETTONICHE

In base allo studio redatto da Sneed, che non ha mancato di accendere il dibattito nella comunità scientifica di riferimento, la presenza delle rampe sarebbe stata più significativa (e numericamente rilevante) nei templi in cui erano venerate divinità legate alla salute, alle quali appellarsi per una guarigione. In queste strutture, tali dispositivi avrebbero così facilitato l’ingresso di persone anziane, in precarie condizioni fisiche o con difficoltà motorie, mettendo in discussione le posizioni che indicherebbero una “indifferenza” della società greca verso la disabilità.

Gli studi di Sneed, disponibili sulla rivista Antiquity, dimostrerebbero che nell’antica Grecia sarebbe state invece adottate precise scelte architettoniche a favore delle persone a ridotta mobilità, soprattutto per consentire l’ingresso a templi e santuari definiti “curativi”. Stando ad altre ipotesi, invece, si ritiene che le rampe fossero utilizzate per condurre gli animali all’interno del tempio per i sacrifici o per trasportare pesanti materiali da costruzione. Un tema che probabilmente continuerà a stimolare le indagini degli specialisti del settore e che potrebbe contribuire a fornire un quadro più completo della società greca.

[Immagine in apertura: Temple Of Poseidon, Sounio. Photo by Cristina Gottardi on Unsplash]