Partecipare a uno scavo archeologico in qualità di volontari ed essere artefici di una scoperta sensazionale: è quanto è avvenuto a due adolescenti che in Israele hanno riportato alla luce dal sottosuolo un vero e proprio tesoro di monete d'oro.
Sembra uscita da un romanzo per ragazzi, uno di quelli che accompagnavano le infinite pause estive prima della ripresa scolastica, la storia dell’incredibile ritrovamento archeologico avvenuto di recente in Israele. Gli “ingredienti” capaci di rendere la narrazione avvincente anche per un pubblico di giovani lettori sembrano davvero esserci tutti: due protagonisti, adolescenti e appassionati; una scoperta sensazionale frutto di impegno, caparbietà e fortuna; una (notevole) quantità di scintillante oro. Ma procediamo dall’inizio…
L’Israel Antiquities Authority sta coordinando uno scavo archeologico in un’area a sud di Tel Aviv, volutamente non resa nota per evitare “interferenze” da parte di potenziali soggetti interessati ad appropriarsi in modo illegale dei reperti. Alla campagna hanno preso parte anche alcuni “aspiranti archeologi”, ovvero giovani volontari desiderosi di alimentare la propria passione per la storia e per le antiche civiltà con un’esperienza sul campo. Ma, come nelle narrazioni più coinvolgenti, a scandire le giornate di lavoro è arrivato il colpo di scena: una coppia di diciottenni coinvolta nell’operazione ha infatti rinvenuto dal sottosuolo un vero e proprio tesoro, composto da ben 425 monete d’oro rare.
“Ho scavato nel terreno e, quando ho spazzato via la terra, ho visto quelle che sembravano foglie molto sottili“, ha dichiarato uno dei due artefici della scoperta, che, accertatosi di trovarsi di fronte ad antiche monete d’oro, ha rapidamente realizzato di essere protagonista di un momento speciale. A confermare il rilievo del ritrovamento sono stati due archeologici che hanno supervisionato l’operazione, i quali hanno messo in evidenza che “trovare monete d’oro in quantità così considerevole è estremamente raro“.
A quanto si apprende il “tesoro” sarebbe stato sepolto sotto terra circa 1100 anni fa, da una o più persone che probabilmente pensavano di poterlo recuperare in seguito. Avevano provveduto a nascondere le monete in un vaso di ceramica, assicurandone la stabilità con un chiodo per evitare spostamenti. Coniate in oro puro da 24 carati, le monete risalgono al periodo abbaside, durante il quale una dinastia musulmana di califfi governò la Persia e il Nord Africa. Appartiene alla medesima scoperta, infine, anche un frammento di un solidus d’oro, coniato a Costantinopoli e raffigurante Teofilo, l’imperatore bizantino dall’829 all’842: si tratterebbe dell’unica moneta di questa tipologia rinvenuta in Israele fino a oggi. Potrebbe testimoniare la presenza di scambi commerciali e culturali tra i due antichi imperi? Una domanda aperta alla quale il prossimo romanzo, o meglio, la prossima scoperta forse potranno fornire una risposta…
[Immagine in apertura: Photos of the cache as found on the site. Photo: Yoli Schwartz, Israel Antiquities Authority]