Buon compleanno Peggy Guggenheim, mecenate rivoluzionaria

25 Agosto 2020

Peggy Guggenheim nella biblioteca di Palazzo Venier dei Leoni, Venezia, fine anni '60. Foto Archivio Cameraphoto Epoche. Fondazione Solomon R. Guggenheim, Venezia, Donazione, Cassa di Risparmio di Venezia, 2005

È trascorso più di un secolo dal 26 agosto 1898, giorno in cui fece il proprio ingresso nel mondo una personalità destinata a cambiare il volto del collezionismo. Stiamo parlando di Peggy Guggenheim, mecenate entrata di diritto negli annali della storia dell’arte grazie a una sensibilità e a una lungimiranza che si respirano tutt’ora fra le sale di Palazzo Venier dei Leoni, a Venezia, a lungo sua dimora e oggi custode della sua preziosa raccolta.

Anche quest’anno Venezia rinnova il legame con Peggy, che scelse la città lagunare, sul finire degli anni Quaranta, non solo come ospite delle opere volute e acquistate nell’arco dei decenni precedenti, ma anche come luogo in cui vivere, apprezzandone tutte le incredibili sfumature. Vista l’impossibilità di accogliere l’abituale concerto-omaggio a Peggy Guggenheim nel giardino delle sculture di Palazzo Venier dei Leoni, riservato ai sostenitori del museo, a causa dell’emergenza sanitaria, la Collezione festeggerà l’anniversario di nascita della sua fondatrice aprendo le porte della mostra Migrating Objects: arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim, attualmente chiusa al pubblico, ai soci dell’istituzione, invitati a prendere parte a una serie di visite guidate su prenotazione.

PEGGY GUGGENHEIM E IGOR STRAVINSKIJ

Ma i festeggiamenti non si esauriscono qui: la Fondazione Teatro la Fenice, infatti, metterà in scena al Teatro Malibran la prima de L’histoire du soldat di Igor Stravinskij, fedele amico di Peggy insieme alla moglia Vera, come attestato da numerosi documenti d’epoca che descrivono il profondo affetto che li univa.

Il compositore russo soggiornò a più riprese nella dimora veneziana della mecenate, cenacolo di artisti, scrittori, musicisti e attori illustri, a riprova della eccezionale passione per la creatività da cui era mossa. La conferma arriva dal libro in cui Peggy conservava le firme dei suoi ospiti, inclusa quella di Stravinskij, siglata nel 1957 insieme a una battuta musicale, mentre sei anni prima il compositore e sua moglie invitarono l’amica al Teatro La Fenice in occasione della prima mondiale de La carriera di un libertino dello stesso Stravinskij.

Un rapporto genuino e duraturo, quindi, che diventa spunto per celebrare una figura altrettanto schietta e determinata a trasformare il proprio amore per l’arte in una raccolta capace di restituire la vitalità di una generazione che si trovava a fare i conti con i tumulti della storia novecentesca ‒ basti pensare agli allora giovani e sconosciuti Robert Motherwell, Jackson Pollock, Mark Rothko e Clyfford Still ‒ e che grazie a Peggy conquistò un importante spazio di espressione.

[Immagine in apertura: Peggy Guggenheim nella biblioteca di Palazzo Venier dei Leoni, Venezia, fine anni ’60. Foto Archivio Cameraphoto Epoche. Fondazione Solomon R. Guggenheim, Venezia, Donazione, Cassa di Risparmio di Venezia, 2005]