I Kew Gardens di Richmond, nei dintorni di Londra, offrono l'imperdibile opportunità di conoscere da vicino la flora e l'ambiente naturale dei vari continenti, grazie a un viaggio multisensoriale nel solco della biodiversità.
Mai come oggi la natura rappresenta un valido alleato a cui prestare ascolto e un luogo nel quale trovare rifugio dalle insidie del tempo presente. In un’epoca dominata dallo spettro della pandemia, dalle norme del distanziamento sociale e da una concreta impossibilità a percorrere lunghe distanze, l’itinerario offerto dai Kew Gardens, nella cintura urbana di Londra, è un toccasana per chi vuole esplorare il mondo senza intraprendere attarversate intercontinentali.
Fino al 16 ottobre lo splendido guardino botanico d’oltremanica offrirà ai suoi visitatori l’occasione di conoscere da vicino le peculiarità di alcune aree dei sei continenti nell’ambito di Travel the World at Kew, un viaggio nel segno della biodiversità, dal Giappone alle Americhe.
In particolare è la flora di dieci Paesi e regioni a finire sotto i riflettori e a raccontare le vicende naturali dei territori a cui appartiene, facendo vivere al pubblico una esperienza mutisensoriale, grazie a un mix di profumi e stimoli visivi cui si sommano le parole di scrittori acclamati in tutto il mondo e legati alle diverse zone del pianeta. Jini Reddy, Dara McAnulty e Nina Mingya Powles sono solo alcuni degli autori che prestano la propria “voce” all’iniziativa, affiancati dalle illustrazioni di Mark Boardman.
Se il Garden of Peace evoca i meditativi paesaggi giapponesi, la provincia cinese del Sichuan si racconta grazie alle piante che la caratterizzano, mentre l’acero canadese, gli ulivi del Mediterraneo, i fiori di campo e l’erba alta delle lande inglesi e gli eucalipti australiani sono le tappe di un cammino che unisce le diverse parti del globo. Una proposta di viaggio alternativa, dunque, che ristora e conforta dalle difficoltà di un momento storico senza precedenti.
[Immagine in apertura: TTWAK, South Africa, Rock Garden. Credit Ines Stuart Davidson, Kew]