Progettate con materiali di recupero, trasportabili, riconfigurabili in diversi ambienti, persino pieghevoli: sono le otto cucine sviluppate dai designer del collettivo Soup International, che in questo modo hanno scelto di aiutare un'organizzazione non profit londinese nelle sue attività a favore di richiedenti asilo e rifugiati.
Il contributo individuale può fare la differenza nel percorso verso la realizzazione delle cucine comunitarie che il collettivo di laureati Soup International ha recentemente progettato. Affinché i prototipi disegnati da questo gruppo di giovani designer non restino “su carta”, ma contribuiscano a migliorare l’attività quotidiana della non profit Southwark Day Center for Asylum Seekers (SDCAS) – che dispone di tre centri diurni in cui fornisce servizi a sostegno di richiedenti asilo e rifugiati nel quartiere londinese di Southwark, mensa inclusa – è infatti possibile prendere parte alla raccolta fondi Refugee Community Kitchen.
In questo modo, il programma Migrant Living / Nomadic Domesticities coordinato da Soup International con la partecipazione di otto laureati che si sono incontrati durante il Master in Interior Design dell’Università di East London, troverebbe una concreta applicazione. Guidati dalla tutor Claudia Palma Romao, i designer hanno elaborato progetti di cucine portatili e multifunzionali in grado di rispondere alle esigenze della SDCAS, che di recente ha perso le proprie attrezzature per la preparazione dei pasti a causa di un incendio.
L’intero progetto è stato sviluppato recependo le indicazioni fornite dall’organizzazione senza scopo di lucro e riconoscendo l’imprescindibile centralità dello spazio cucina nell’esperienza collettiva, inclusa quella dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Aperte, multifunzionali, in grado di favorire la collaborazione e l’interazione anche tra persone che non si conoscono, divenendo sinonimo di autentica condivisione, le cucine progettate sono accomunate dalla facilità d’uso, dalla trasportabilità e dall’attenzione nell’uso dei materiali.
Le necessità espresse non hanno rappresentato un ostacolo per la creatività dei progettisti, come ad esempio dimostra il prototipo sviluppato da Tatiana Garcia. Denominato 8-GON e riconfigurabile, si ispira alla celebre arte giapponese dell’origami, applicando il gesto di piegare la carta su una “scala abitabile”. Il sito ufficiale dell’iniziativa permette di conoscere da vicino ciascun modello, i concept sviluppati da ogni autore e le idee che li hanno guidati in questo speciale percorso di progettazione.
[Immagine in apertura: 8-GON by Tatiana Garcia Bacca. Courtesy collective Soup International]