I poetici paesaggi di Osvaldo Licini incantano le Marche

22 Agosto 2020

Osvaldo Licini, Amalassunta, Luna, 1946, olio su tavola, Lendinara, collezione privata

È un legame profondo quello che unisce la pittura di Osvaldo Licini e il paesaggio, soggetto tra i più amati dall’artista nato a Monte Vidon Corrado. A sottolineare l’importanza di questo dialogo visivo nella produzione pittorica dell’autore è oggi la mostra allestita, fino all’8 dicembre, nella sua città di origine, presso il Centro Studi Osvaldo Licini e la Casa Museo Osvaldo Licini.

Grazie alla curatela di Daniela Simoni, La regione delle madri. I paesaggi di Osvaldo Licini è la prima esposizione interamente dedicata al tema paesaggistico come fulcro della poetica di Licini, declinato in un linguaggio pittorico che, nel corso degli anni, si è arricchito di sfumature ed evoluzioni rispetto al vocabolario di stretta impronta figurativa.

LA PITTURA DI LICINI

A spiccare non sono soltanto le vedute della terra marchigiana ‒ studiata e rappresentata dall’artista in numerose occasioni ‒, ma anche quelle francesi e svedesi, descritte da Licini con linee e cromie che affondano le radici in una dimensione al confine con il fantastico, destinata a trasformarsi in una sorta di marchio di riconoscimento del suo stile pittorico.

Novanta dipinti a olio e trenta disegni ‒ trentatré dei quali connessi al periodo figurativo ‒ compongono una rassegna che ripercorre un arco temporale incluso fra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso, senza dimenticare gli esiti degli anni Venti, fondamentali per i risultati ottenuti da Lcini nei decenni successivi. Ne emerge un colpo d’occhio, efficace e puntale, sulla storia creativa di un artista capace di assegnare alla pittura una valenza poetica che non smette di stupire.

[Immagine in apertura: Osvaldo Licini, Amalassunta, Luna, 1946, olio su tavola, Lendinara, collezione privata]