La nuova autobiografia di Gianni Berengo Gardin, maestro dello scatto

21 Settembre 2020

Gianni Berengo Gardin, Venezia, 2015 © Marco D’Anna

Se si è veramente fotografi si scatta sempre, anche senza rullino, anche senza macchina”. È solo una delle tante, lucidissime citazioni che compongono In Parole povere. Un’autobiografia con immagini, il nuovo racconto sulla vita e sulle opere di uno dei protagonisti della fotografia italiana dell’ultimo secolo. Stiamo parlando di Gianni Berengo Gardin, voce nobile del reportage, conosciuto in tutto il mondo per essere riuscito a documentare – grazie a uno straordinario archivio di istantanee – i passaggi cruciali della storia moderna, dal dopoguerra al presente.

LA VITA E LA FOTOGRAFIA DI BERENGO GARDIN

A poche settimane dal suo novantesimo compleanno, l’artista ha deciso di ripercorrere la sua carriera e la sua avventura umana – grazia alla collaborazione della figlia Susanna, che ne ha trascritto le parole. Pubblicato da Contrasto, e suddiviso in dodici capitoli, il volume inizia con i ricordi dell’autore relativi all’infanzia, dalla nascita a Santa Margherita Ligure all’insegnamento scolastico, dal rapporto con la famiglia al trasferimento a Roma nel pieno del fascismo.

E poi ancora la Seconda Guerra Mondiale, la prigionia del padre, i primi esperimenti fotografici a Venezia e gli incontri con i grandi intellettuali del suo tempo – da Jean-Paul Sartre a Willy Ronis. Una costellazione di eventi, volti che riemergono dal passato e traguardi professionali, ripercorsi con passione attraverso le parole dello stesso protagonista.

L’INTRODUZIONE DI FERDINANDO SCIANNA

A rendere la lettura ancora più speciale, infine, una selezione di quasi ottanta immagini, l’amichevole introduzione di Ferdinando Scianna e la conversazione sulle fotografie fatte (e quelle ancora da fare) tra Gianni Berengo Gardin e Roberto Koch.

[Immagine in apertura: Gianni Berengo Gardin, Venezia, 2015 © Marco D’Anna]