Dalle sedute in legno curvato dell'ebanista Michael Thonet fino alle irriverenti e coloratissime opere del Gruppo Memphis: è una ricognizione che prende in esame 125 anni di design quella proposta dallo Stedelijk Museum di Amsterdam.
In quanti modi può essere raccontata la storia del design degli ultimi 125 anni? Quali prodotti e quali figure sono stati messi in ombra dalle più diffuse narrazioni? Cosa possiamo apprendere provando a estendere la trattazione, in modo tale da avere a disposizione un’ulteriore lente di osservazione sulla nostra società? Visitabile fino al 21 marzo 2021, il nuovo progetto espositivo dello Stedelijk Museum di Amsterdam fa leva su oltre 300 opere di design, considerati “punti di riferimento” per l’innovazione e l’eccellenza di questo settore produttivo e creativo.
Come ha sottolineato la curatrice, Ingeborg de Roode, a immancabili icone firmate da designer dalla riconosciuta fama e influenza – tra loro Michael Thonet, Gerrit Rietveld, Charlotte Perriand, Verner Panton, Ettore Sottsass e Marcel Wanders –, la mostra affianca proposte meno note al grande pubblico. Ad esempio, accanto alle più rappresentative produzioni di Rietveld, la curatrice propone anche la sua “sedia in alluminio, prodotta durante la guerra e incredibilmente innovativa”, aprendo così un ulteriore varco di analisi.
Ampiamente rappresentate, nell’itinerario di visita, sono le principali correnti che si sono susseguite in oltre un secolo, documentate da esemplari selezionati: dalle realizzazioni in legno curvato Thonet, tra cui una panchina che è tra i pezzi più antichi della collezione museale, agli acclamati prodotti della Wiener Werkstätte; dai prodotti legati alla Scuola di Amsterdam a quelli connessi all’essenziale fattura scandinava; dall’avvento della plastica negli anni Sessanta all’ascesa del Gruppo Memphis nell’Italia degli anni Ottanta, fino al successo riscosso dal design olandese a partire dagli anni Novanta.
La mostra, inoltre, accende i riflettori sul rilevante apporto delle designer, con quasi il 20% degli oggetti esposti sviluppati da donne o da collettivi al cui interno è presente almeno una progettista; presenti, tra gli altri lavori, opere di Bertha Bake, Charlotte Perriand, Gloria Caranica e Nanna Ditzel. Infanzia e sostenibilità rientrano tra i temi esaminati, con un’intera gallery dedicata ai progetti appositamente concepiti per i piccoli da autori come Charles & Ray Eames, Victor Vasarely ed Enzo Mari. L’impatto sul design della crisi conseguente alla pandemia viene infine documentato dagli esiti di un sondaggio condotto dall’associazione professionale dei designer olandesi, anch’essi inclusi in mostra come importante documento dell’attuale fase storica.
[Immagine in apertura: Gallery Sottsass and Postmodernism, with from left to right: Ettore Sottsass, wardrobe Superbox, 1966; vase No. 10, 2006; Cabinet No. 70, 2006; coffee table Park Lane, 1983; fruit bowl Murmansk, 1982; lamp Ashoka, 1981. Collection Stedelijk Museum Amsterdam. Wallpaper Bas van Beek, animations Bas van Beek and V2_Lab for the Unstable Media based on Memphis-designs by Nathalie du Pasquier. Photo Gert Jan van Rooij]