Francesco Vezzoli curatore di una mostra su un collezionista “dimenticato”

20 Settembre 2020

William N. Copley, Confiture de circulation, 1960, olio su tela, 65 x 81 cm. Collezione Prada, Milano. Credito fotografico: Roberto Gobbo

Non sono rari gli esempi di artisti che mettono la propria creatività al servizio della curatela. Francesco Vezzoli è uno di questi e porta la sua firma la mostra che, dal 25 settembre al 16 gennaio, prenderà forma negli ambienti della galleria milanese di Tommaso Calabro.

Casa Iolas. Citofonare Vezzoli è il titolo della esposizione dedicata ad Alexander Iolas, mercante d’arte e collezionista fra i più importanti del secondo Novecento, ingiustamente consegnato all’oblio in seguito alla morte, avvenuta nel 1987, e alla conseguente vendita e dispersione di gran parte della sua raccolta.

UN OMAGGIO AD ALEXANDER IOLAS

Vezzoli riporterà in vita la storia di Iolas e della sua affascinante dimora ateniese, dove il gallerista originario di Alessandria d’Egitto, artefice della prima mostra personale di Andy Warhol, riunì i capolavori che resero celebre la sua collezione.

Giorgio de Chirico, Niki de Saint Phalle, Max Ernst, Lucio Fontana e Yves Klein sono solo alcuni degli autori delle opere esposte da Iolas, oggi messi in mostra da Vezzoli nella galleria milanese insieme ad alcuni dei suoi stessi lavori, parte integrante di un allestimento che trasformerà la galleria nelle stanze della leggendaria Casa Iolas.

Le parole di Vezzoli chiariscono il senso della rassegna: “Casa Iolas vuole essere
non solo un omaggio a un grande gallerista quasi dimenticato, ma anche a una cultura galleristica basata su relazioni personali di amicizia, fiducia e stima reciproche, che il sistema del mercato dell’arte contemporaneo sembra aver definitivamente cancellato. Per questo motivo ho voluto omaggiare la figura di Iolas nella sua interezza, come gallerista e collezionista, come dandy del mercato dell’arte e come esteta“.

[Immagine in apertura: William N. Copley, Confiture de circulation, 1960, olio su tela, 65 x 81 cm. Collezione Prada, Milano. Credito fotografico: Roberto Gobbo]