Sta per aprire VOMA, il primo museo virtuale del mondo

2 Settembre 2020


La pandemia ha provocato una accelerazione senza precedenti nella divulgazione e fruizione dell’arte attraverso le piattaforme online, social compresi. Il risultato di questo processo, al quale hanno preso parte centinaia di istituzioni culturali in tutto il mondo, è stato l’improvviso, quanto travolgente, moltiplicarsi delle iniziative digitali. L’arte ha così contribuito a rendere più sostenibile, anche dal punto di vista emotivo, la forzata permanenza in casa, dimostrando nello stesso tempo di poter essere la disciplina ideale per sperimentare nuove modalità di comunicazione, a tutti i livelli.

Alla luce di tutto ciò, la notizia dell’imminente apertura di VOMA – Virtual Online Museum of Art appare come una chiara espressione della nostra epoca. Presentato come “il primo museo virtuale completamente interattivo al mondo”, visitabile da chiunque, da ovunque e  gratuitamente, VOMA aprirà i battenti il prossimo 4 settembre. Ovviamente sul proprio sito.

UN MUSEO SENZA UNA SEDE FISICA

VOMA è una nuova piattaforma per apprendere le storie degli artisti di tutto il mondo. Senza le limitazioni di un luogo fisico, l’accesso al museo sarà possibile a chiunque disponga di una connessione Internet. Il museo offre l’opportunità di collaborare in modi nuovi attraverso un programma di mostre, talk, proiezioni ed eventi“, anticipa il direttore, Lee Cavaliere. VOMA non punta solo ad acquisire una propria identità, indipendentemente dalla presenza di un edificio e di una collezione “tradizionali”, ma intende sostenere il sistema dell’arte al pari di una normale istituzione attiva nel settore. Non a caso, ad accompagnarne l’apertura è il lancio del Digital Firsts Commission Programme, un progetto che sostiene, anche finanziariamente, gli autori che operano nelle digital art. Ad aprire tale percorso è l’artista keniota-britannica Phoebe Boswell, che dal 4 settembre, per prima, presenterà un suo nuovo lavoro nell’Artist Space del VOMA.

La struttura architettonica all’interno della quale i visitatori di VOMA potranno “muoversi” alla scoperta di opere che appartengono alle collezioni di alcuni dei più prestigiosI musei del mondo – dall’Ermitage di San Pietroburgo al Metropolitan Museum of Art di New York; dal Musée d’Orsay al Museo del Prado di Madrid – e di mostre storiche riallestite è stata elaborata da Emily Mann. A comporla è una successione di forme semplici, in grado di rendere più facile la transizione verso il digitale anche per la parte di pubblico meno avvezza a questo tipo di esperienze. Nello stesso tempo, si è voluto prendere le distanze dal modello del “white cube” e dall’idea del visitatore che si muove solitario in una galleria espositiva dall’aspetto asettico.

VOMA, dunque, si propone come un progetto di respiro globale grazie al quale la comunità degli appassionati di arte potrà “incontrarsi” senza limiti geografici, prendendo parte a iniziative appositamente concepite per sviluppare le potenzialità della dimensione online. Nello stesso tempo, trattandosi del primo progetto di questa natura, ci invita a concepire l’ibridazione tra digitale e reale come un “fatto tangibile”, sempre più in grado di offrire inedite possibilità al settore culturale e sinonimo di nuove connessioni tra opere, artisti e pubblico.

[Immagine in apertura: VOMA – Virtual Online Museum of Art. Sculpture: Misha Milovanovich Pinga, 2020 6 mil powder coated and lacquered steel. Image courtesy the artist, © 2020]