Dopo un lungo periodo di chiusura al pubblico, riaprono gli spazi viennesi del Sigmund Freud Museum. L'edificio, un tempo abitazione del grande psicanalista, è stato ampliato grazie a un ingente progetto di riqualificazione.
Sigmund Freud è stato senza dubbio uno dei pensatori che ha influito in maniera determinante sullo sviluppo della modernità. Non è un caso, infatti, che il Novecento – epoca che accolse i risultati delle sue ricerche – sia ancora oggi descritto come il “secolo della psicoanalisi”, in omaggio ai suoi scritti e ai suoi studi sull’inconscio.
Nato in Moravia nel 1856, e trasferitosi a Vienna qualche anno dopo con la famiglia, il neurologo e psicanalista subì in maniera drammatica gli sconvolgimenti politici ed economici causati dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale: eventi che ne segnarono in maniera dolorosa il percorso biografico, ma che tuttavia non gli impedirono di portare avanti le sue rivoluzionarie ricerche sullo studio della psiche umana e sull’interpretazione dei sogni.
Luogo simbolo dell’attività di Sigmund Freud, e altresì delle sue tempestose vicende biografiche, è la vecchia casa di Vienna, nella quale lo studioso visse insieme alla famiglia dalla fine dell’Ottocento al 1938 – quando l’espansione nazista costrinse l’intellettuale, ormai anziano e in condizioni di salute precarie, a partire per Londra (dove resterà fino alla fine dei suoi giorni come rifugiato politico).
Sede attuale del Sigmund Freud Museum, l’edificio è stato da poco riaperto al pubblico dopo un lungo periodo di chiusura, grazie a un sostanzioso piano di espansione e riqualificazione degli spazi, pronti nuovamente ad accogliere curiosi, appassionati e studiosi dell’intellettuale.
Situato al numero 19 della Berggasse della capitale austriaca, il museo è considerato il luogo di nascita della psicoanalisi. È qui, infatti, che Freud iniziò ad accogliere i suoi primi pazienti, invitati a sdraiarsi sul celebre divano e a raccontare i propri turbamenti interiori.
Con un progetto costato circa 4 milioni di euro, e realizzato da Hermann Czech, Walter Angonese e Artec Architects, il museo è stato ampliato annettendo anche l’appartamento un tempo appartenuto alla famiglia dell’intellettuale. Lo studio di Freud, inoltre, è stato ricreato grazie alla donazione di una serie di mobili autentici appartenuti alla figlia Anna, mentre informazioni biografiche, pagine di diario e tavole tecniche ripercorrono gli eventi cruciali della ricerca e della vita del protagonista – tra gli altri, la morte della figlia Sophie nel 1920 a causa dell’influenza spagnola, e la deportazione delle quattro sorelle di Freud nei campi di concentramento per via della loro origine ebraica.
A occupare il piano superiore dell’edificio – dove lo psicoanalista scrisse L’interpretazione dei sogni nel 1899 – è invece la prestigiosa collezione di opere d’arte appartenenti al museo, ricca di disegni, sculture e dipinti realizzati da autori quali Franz West, Joseph Kosuth, Robert Longo e Pier Paolo Calzolari. Spazi dedicati a eventi temporanei, bar e negozi completano la struttura, offrendo al pubblico una straordinaria occasione per conoscere da vicino, e in maniera inedita, la ricerca del grande pensatore.
[Immagine in apertura: Sigmund Freud on the manuscript of Moses and Monotheism, London 1938 (c) Sigmund Freud Copyrights]