Scoperta l’identità di due artisti neolitici grazie alle impronte digitali

15 Settembre 2020

View of Cerro de Jabalcón (Zújar, Granada) where the Los Machos shelter is located. Courtesy Francisco Martínez-Sevilla

Sono diffusi a livello globale gli esempi di arte rupestre, tanto da poter considerare questa come una delle espressioni più ricorrenti del passaggio dei nostri antenati, indipendentemente dalle latitudini. Tuttavia, come spesso accade quando si analizza la produzione artistica del passato, compreso quello più remoto, a catturare l’attenzione è l’opera stessa, il risultato “visibile e tangibile”: a restare sostanzialmente in secondo piano, avvolta nel mistero e nelle ipotesi, è l’identità degli autori.

Poco o nulla, infatti, conosciamo dei primi artisti che popolarono la Terra, sebbene maggiori informazioni sulla sfera umana e sociale delle comunità che ci hanno preceduto sarebbero senza dubbio utili per chiarire i loro usi e costumi. A provare a invertire tale tendenza sono i dati emersi da una recente ricerca pubblicata dalla testata Antiquity, esito di un lavoro condotto da un team di ricercatori degli atenei di Granada, Barcellona e della Durham University, nel Regno Unito, che per la prima volta hanno applicato il metodo palaeodermatoglyphics.

IL METODO PER IDENTIFICARE GLI ARTISTI DEL PASSATO

Già ampiamente esaminate in altri settori, le impronte digitali rinvenute su un’opera d’arte rupestre nel sito spagnolo Los Machos sono state scrupolosamente analizzate dagli studiosi coinvolti. Così facendo sono stati identificati i due autori preistorici di questo lavoro artistico: dipinto con le dita e datato tra il 4.500 e il 2.000 a.C., include motivi geometrici e figure umane ritenuti probabilmente riferibili alla vita quotidiana della comunità di appartenenza. Gli autori dell’intervento sono un uomo che aveva almeno 36 anni e una giovane donna, di età compresa tra i 10 e i 16 anni.

I ricercatori sono stati in grado di risalire ai due parametri salienti, ovvero il sesso e l’età, grazie alle differenze che contraddistinguono le impronte di uomini e donne: i maschi, infatti, tendono ad avere impronte digitali più ampie, mentre la distanza tra le creste cresce a mano a mano che si procede verso l’età adulta. E chissà che tale metodo non possa essere d’ora in poi applicato anche nel resto del mondo…

[Immagine in apertura: View of Cerro de Jabalcón (Zújar, Granada) where the Los Machos shelter is located. Courtesy Francisco Martínez-Sevilla]