Le coloratissime vetrate di Gerhard Richter per il più antico monastero tedesco

21 Settembre 2020

Le vetrate di Richter alla Abtei Tholey, photo Markus Lutz,. Courtesy Abtei Tholey

La pittura di Gerhard Richter è una “giostra” di stili e linguaggi che si sono susseguiti, almeno in apparenza, senza programmi e senza scopi sin dagli inizi della sua carriera. Basta attraversare una delle tantissime monografiche che ogni anno affollano le sale dei più importanti musei del mondo per accorgersi che a interessare nel profondo la ricerca dell’autore tedesco – tra i più famosi e quotati sulla scena – non è il traguardo, ma il percorso. Non l’obiettivo finale, ma la fatica e le emozioni che accompagnano l’artista nella sua “maratona” personale.

È così che, a partire dalla giovane età, figure animali, dettagli del reale, frammenti di natura e poi immense campiture di colore senza forma si sono susseguiti in maniera incessante nei dipinti del pittore tedesco, dando vita, nel complesso, a una delle esperienze artistiche più dense e passionali del secondo Novecento.

LA NUOVA OPERA DI GERHARD RICHTER

Ad aggiungere un nuovo tassello a questa formidabile carriera – consacrata agli occhi dell’opinione pubblica grazie, anche, ai prezzi stratosferici raggiunti dai suoi dipinti negli ultimi anni – è ora un nuovo progetto. Una serie di pitture astratte realizzate non su tela, ma sulle vetrate di un’abbazia in Germania: un luogo di culto, dunque, trasformato dai giochi di colore dell’88enne maestro di Dresda.

Svelata al pubblico nei giorni scorsi, all’interno del monastero benedettino di Tholey – nella regione occidentale del Saarland –, l’opera (nell’immagine in apertura, photo Markus Lutz. Courtesy Abtei Tholey) consiste di tre vetrate alte circa dieci metri ciascuna. Ognuna di esse si compone di “giochi” cromatici ipnotici e psichedelici: macchie di colore disposte in modo simmetrico e speculare tra loro, fino a dare vita a composizioni di forte impatto e luminosità.

L’ANNUNCIO DEL PITTORE

Realizzata grazie all’intervento economico di privati, e donata dall’artista all’antico monastero – il più antico sul territorio tedesco –, l’opera è inoltre accompagnata dagli interventi dell’artista afgano Mahbuba Maqsoodi, che ha reinterpretato a sua volta ben 34 vetrate all’interno dell’edificio.

Il lavoro di Richter, realizzato sulla base dei motivi astratti della serie degli anni Novanta Pattern, è considerato il numero 957 all’interno del catalogo del pittore. Stando alle dichiarazioni dello stesso artista, l’intervento sarà l’ultimo della sua carriera di simili dimensioni.