Dal cambiamento climatico alla pandemia, l'impatto dell'essere umano sul pianeta sta diventando impossibile da ignorare. Ma quale sarà il nostro futuro condiviso? C'è ancora spazio per la speranza? Domande con le quali si sono misurati gli artisti e i collettivi che prenderanno parte alla seconda edizione di Fjord Oslo, il festival di light-art in apertura nella capitale norvegese. Rigorosamente, gratuito, itinerante e all'aperto.
Arrivano da Taiwan, Paesi Bassi, Francia, Spagna, Norvegia e Regno Unito gli otto artisti selezionati per la seconda edizione di Fjord Oslo, il festival di light-art in programma nella capitale norvegese dal 6 all’8 novembre prossimi. Posizionate in diverse aree della città, fra cui la passeggiata lungo il porto, le installazioni verranno accese ogni giorno dalle 18:00 alle 23:00, trasformando la zona centrale di Oslo in una galleria d’arte a cielo aperto in cui i visitatori potranno muoversi liberamente, nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia. Per questa seconda edizione della kermesse, sono state annunciate quattro anteprime mondiali, ovvero due in più di quelle mostrate durante il debutto, avvenuto lo scorso anno.
I riflessi dell’attuale complessa situazione internazionale costituiscono la premessa concettuale di Fjord Oslo: tutti i partecipanti, infatti, utilizzano le potenzialità comunicative ed espressive della luce per interrogarsi sul rapporto tra uomo e Terra, messo ancor più fortemente in discussione dal cambiamento climatico e dal drammatico scenario sanitario. Nelle dichiarazioni di Anastasia Isachsen, co-fondatrice dell’evento e sua direttrice artistica, “l’Antropocene ci pone domande difficili ” e, di conseguenza, “cresce la necessità di nuove riflessioni e narrazioni che potrebbero aiutarci a capire e a definire il nostro futuro comune. Quale sarà questo futuro dipende da noi, ora più che mai. Questa responsabilità non porta solo a scenari distopici, ma anche a idee e cambiamenti positivi e creativi“.
Tre dello studio multidisplinare norvegese Void, Transnature degli spagnoli di Hotaru Visual Guerrilla, Monad della stessa Anastasia Isachsen e Signify progettata di Silje Thorsager Østby e Robert Iversen Bogard sono le quattro opere presentate in anteprima mondiale nel circuito artistico di Fjord Oslo. Estremamente eterogeneo il mix di media impiegati: dal videomapping alla combinazione tra luci e suoni, fino alla possibilità di vivere esperienze immersive in spazi effimeri, generati da fonti luminose e da stimoli cromatici.
Il riferimento al pianeta Terra abbandona la dimensione concettuale sposando quella concreta in Gaia dell’artista inglese Luke Jerram: si tratta di una sfera rotante, con un diametro di sette metri, in cui viene riprodotta l’intera superficie terrestre attraverso immagini elaborate dalla NASA. Nel solco della pandemia, l’intervento intende ricordare l’interdipendenza tra tutte le comunità umane e la conseguente necessità di prenderci cura gli uni degli altri, rispettando le meraviglie naturali: “Spero che i visitatori riescano a vedere la Terra come gli astronauti dallo spazio; un posto incredibilmente bello e prezioso. La nostra unica casa“, ha sottolineato a riguardo Jerram. Concludono il percorso Nyx dell’olandese Gijs van Bon: un robot che scrive poesie lentamente emettendo luce per le strade della città; Out / Elodie della francese Elsa Tomkowiak, formata da cinque gigantesche sfere luminose che galleggiano sulla superficie di uno specchio d’acqua, e Luna dei taiwanesi di Acorn Studio, che proverà a introdurre un tocco di poesia, meraviglia e serenità.
[Immagine in apertura: Gaia by Luke Jerram, artista partecipante a Fjord Oslo 2020. Image at Bluedot by Michael Jones 2018]