La storica dimora torinese di Carlo Mollino – oggi Museo Casa Mollino – è protagonista di una nuova rassegna presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia: un progetto corale tra pittura e fotografia.
È un dialogo che travalica i limiti dello spazio, del tempo e delle tecniche quello ospitato nella sede della Collezione Maramotti di Reggio Emilia: uno scambio a più voci, che vede protagonisti tre autori differenti nella forma e nelle intenzioni, ma accomunati da un unico denominatore: la dimora torinese di Carlo Mollino. Un luogo intimo, concepito come specchio della visione del mondo del designer, e diventato negli anni meta di “pellegrinaggi” per altri due autori del presente: Enoc Perez e Brigitte Schindler.
Visitabile fino al prossimo 16 maggio, la rassegna – dal titolo Mollino/Insides – pone a confronto le opere di questi tre protagonisti, mettendo a segno un racconto corale in omaggio alla poetica e alla produzione del poliedrico artista nato nel 1905.
Realizzata in collaborazione con il Museo Casa Mollino, la mostra prende spunto dal tema “Fantasie. Narrazioni, regole, invenzioni”, concept della quindicesima edizione del festival Fotografia Europea 2020 (annullato a causa dell’emergenza sanitaria).
Ad accogliere il pubblico sono i dipinti di Enoc Perez, autore portoricano con base a New York. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta, l’artista ha avviato una ricerca sul fascino delle architetture del Novecento, traducendo nelle sue immagini l’essenza fantasmica e la carica onirica di questi luoghi in bilico tra passato e presente. Un capitolo consistente della sua produzione è proprio dedicato al Museo Casa Mollino: gli interni dello storico edificio sono qui riproposti attraverso dipinti di grandi dimensioni. Opere che coniugano il rigore architettonico e la poesia evocati dalla dimora.
La stessa casa è stata a lungo fonte di ispirazione anche per Brigitte Schindler, fotografa tedesca che ha dedicato gli ultimi tre anni allo studio dei dettagli presenti nella struttura. I suoi “sguardi” si soffermano sugli oggetti accuratamente scelti e posizionati da Mollino nel corso della sua esistenza. Si tratta di foto di grande fascino, capaci di condurre l’osservatore in un percorso di scoperta estetica e concettuale del complesso mondo del “padrone” di casa.
E proprio lui, Carlo Mollino, è il terzo “attore” del percorso espositivo. Il progetto si sofferma infatti sulla produzione fotografica del noto designer e architetto torinese, mettendo in risalto in particolare il tema del corpo femminile – soggetto ricorrente nella ricerca dell’artista, dai primi ritratti di ispirazione surrealista alle Polaroid di nudi degli anni Sessanta. Il risultato finale è una narrazione molteplice e cangiante, fatta di voci che non si sovrappongono, offrendo un coro uniforme e affascinante sulla poetica e sull’eredità di Mollino, personalità rara e multiforme del nostro Novecento.
[Immagine in apertura: Mollino/Insides. Veduta della mostra, fotografie di Carlo Mollino. Collezione Maramotti, 2020. Photo Roberto Marossi]