A casa di Carlo Mollino, architetto e fotografo che ha lasciato il segno

14 Ottobre 2020

Mollino/Insides. Veduta della mostra, fotografie di Carlo Mollino. Collezione Maramotti, 2020. Photo Roberto Marossi

È un dialogo che travalica i limiti dello spazio, del tempo e delle tecniche quello ospitato nella sede della Collezione Maramotti di Reggio Emilia: uno scambio a più voci, che vede protagonisti tre autori differenti nella forma e nelle intenzioni, ma accomunati da un unico denominatore: la dimora torinese di Carlo Mollino. Un luogo intimo, concepito come specchio della visione del mondo del designer, e diventato negli anni meta di “pellegrinaggi” per altri due autori del presente: Enoc Perez e Brigitte Schindler.

Visitabile fino al prossimo 16 maggio, la rassegna – dal titolo Mollino/Insides – pone a confronto le opere di questi tre protagonisti, mettendo a segno un racconto corale in omaggio alla poetica e alla produzione del poliedrico artista nato nel 1905.

TRA PITTURA E FOTOGRAFIA

Realizzata in collaborazione con il Museo Casa Mollino, la mostra prende spunto dal tema “Fantasie. Narrazioni, regole, invenzioni”, concept della quindicesima edizione del festival Fotografia Europea 2020 (annullato a causa dell’emergenza sanitaria).

Ad accogliere il pubblico sono i dipinti di Enoc Perez, autore portoricano con base a New York. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta, l’artista ha avviato una ricerca sul fascino delle architetture del Novecento, traducendo nelle sue immagini l’essenza fantasmica e la carica onirica di questi luoghi in bilico tra passato e presente. Un capitolo consistente della sua produzione è proprio dedicato al Museo Casa Mollino: gli interni dello storico edificio sono qui riproposti attraverso dipinti di grandi dimensioni. Opere che coniugano il rigore architettonico e la poesia evocati dalla dimora.

UN DIALOGO A PIÙ VOCI

La stessa casa è stata a lungo fonte di ispirazione anche per Brigitte Schindler, fotografa tedesca che ha dedicato gli ultimi tre anni allo studio dei dettagli presenti nella struttura. I suoi “sguardi” si soffermano sugli oggetti accuratamente scelti e posizionati da Mollino nel corso della sua esistenza. Si tratta di foto di grande fascino, capaci di condurre l’osservatore in un percorso di scoperta estetica e concettuale del complesso mondo del “padrone” di casa.

E proprio lui, Carlo Mollino, è il terzo “attore” del percorso espositivo. Il progetto si sofferma infatti sulla produzione fotografica del noto designer e architetto torinese, mettendo in risalto in particolare il tema del corpo femminile – soggetto ricorrente nella ricerca dell’artista, dai primi ritratti di ispirazione surrealista alle Polaroid di nudi degli anni Sessanta. Il risultato finale è una narrazione molteplice e cangiante, fatta di voci che non si sovrappongono, offrendo un coro uniforme e affascinante sulla poetica e sull’eredità di Mollino, personalità rara e multiforme del nostro Novecento.

LE IMMAGINI DELLA MOSTRA

[Immagine in apertura: Mollino/Insides. Veduta della mostra, fotografie di Carlo Mollino. Collezione Maramotti, 2020. Photo Roberto Marossi]