9 Ottobre 2020
Una grande videoinstallazione proiettata su più canali, collage fotografici e materiale d'archivio. Sono le opere in mostra al MAXXI di Roma, sede del nuovo progetto di Isaac Julien dedicato all'architetta italo-brasiliana Lina Bo Bardi.
“Il tempo lineare è un’invenzione occidentale. Il tempo non è lineare, è un meraviglioso groviglio in cui, in ogni momento, si possono scegliere punti e inventare soluzioni, senza inizio né fine”. Prende spunto da queste parole, pronunciate da Lina Bo Bardi in uno dei suoi scritti più evocativi, la nuova mostra allestita negli spazi del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma: un viaggio coinvolgente, attraverso la vita e le idee della grande architetta italo-brasiliana.
Curata da Luigia Lonardelli, e aperta al pubblico fino al prossimo 17 gennaio, la rassegna – dal titolo Lina Bo Bardi – Un meraviglioso groviglio – è un omaggio alla complessità e all’anima multidisciplinare dell’iconica progettista, capace di coniugare nelle sue creazioni visione estetica, innovazione e mantenimento delle radici culturali. Artefice dell’intero progetto è Isaac Julien, filmaker londinese impegnato per l’occasione in una serie di video, installazioni su larga scala e collage fotografici dedicati ad alcune delle opere più rappresentative di Lina Bo Bardi.
Realizzati durante un percorso di ricerca durato oltre sei anni, i lavori in mostra raccontano la vita e l’esperienza creativa dell’architetta, grazie al coinvolgimento delle due attrici brasiliane Fernanda Montenegro e Fernanda Torres. Chiamate a interpretare la Bo Bardi in fasi diverse della sua vita, le due donne (in realtà madre e figlia) attraversano alcuni degli edifici di San Paolo e Salvador creati dalla progettista tra gli anni Sessanta e Ottanta.
È così che spazi formidabili come la SESC Pompeia – sede attuale del Serviço Social do Comércio – e il MAM-BA Museu de Arte Moderna da Bahia acquistano nuova vita nelle varie performance, proiettate all’interno dell’edificio capitolino su nove schermi: in ognuna di esse le parole tratte dagli scritti privati della protagonista echeggiano in maniera solida e coinvolgente, offrendo un ritratto inedito e dinamico della sua personalità e delle intenzioni creative.
Giocata – sia a livello installativo che concettuale – sulla sovrapposizione di più piani narrativi, proprio in omaggio alla figura poliedrica della Bo Bardi, l’intera rassegna assume ancora più valore se pensata in sintonia con il luogo ospite. Il dialogo a due tra Isaac Juliene e la progettista si amplifica e arricchisce di senso, infatti, in relazione agli ambienti del MAXXI, progettati da un’altra straordinaria pioniera dell’architettura recente: Zaha Hadid. Il risultato è un omaggio corale leggibile da più punti di vista: un saluto collettivo che supera i confini tra le discipline, le epoche e i continenti.
Isaac Julien. Lina Bo Bardi − A Marvellous Entanglement. Videoinstallazione a nove schermi, altissima definizione (4k), colore, suono ambientale 9.1, plinti in legno, 39′ 8”, 2019. Courtesy Victoria Miro London/Venice e Isaac Julien Studio
Isaac Julien. Tecnologia pré-histórica (Lina Bo Bardi – A Marvellous Entanglement), 2019. Fotografia su carta Ultra Endura montata su supporto, 180 x 240 x 7,5 cm. Courtesy Isaac Julien Studio
Isaac Julien, Solutions Invented (MAXXI commission), 2020. Collage fotografico, 792 x 605 cm. Courtesy Isaac Julien Studio
Isaac Julien. O que é um museu? / What is a Museum? (Lina Bo Bardi – A Marvellous Entanglement), 2019. Fotografia su carta Ultra Endura montata su supporto, 180 x 240 x 7,5 cm. Courtesy Isaac Julien Studio
Isaac Julien. Resurrection (MAXXI commission), 2020. Collage fotografico. 792 x 605 cm. Courtesy Isaac Julien Studio
Isaac Julien. Soluções inventadas (Lina Bo Bardi – A Marvellous Entanglement), 2019. Fotografia su carta Ultra Endura montata su supporto, 180 x 240 x 7,5 cm. Courtesy Isaac Julien Studio
Isaac Julien Sem começo nem fim / Without Beginning or End (Lina Bo Bardi – A Marvellous Entanglement), 2019. Fotografia su carta Ultra Endura montata su supporto, 180 x 240 x 7,5 cm. Courtesy Isaac Julien Studio
[Immagine in apertura: Isaac Julien. A Marvellous Entanglement (MAXXI commission), 2020. Collage fotografico, 809 x 605 cm. Courtesy Isaac Julien Studio]