Tutte le stagioni della vita di Vincent van Gogh, dal periodo olandese fino agli anni francesi, tra Parigi, la Provenza e Auvers-sur-Oise, sono esaminate dalla mostra aperta da pochi giorni a Padova. Un'occasione per ammirare oltre 80 fra dipinti e disegni dell'artista, a dialogo con quindici capolavori di artisti a lui legati a vario titolo, come Bacon, Gauguin e il maestro giapponese Hiroshige.
Nel corso degli anni si sono susseguiti vari progetti espositivi che hanno cercato di fare luce sugli aspetti meno noti della parabola umana e professionale di Vincent van Gogh, senza dubbio una delle personalità del panorama artistico internazionale ad aver attirato con continuità attenzione e curiosità. Un “fenomeno” che ha permesso di scandagliare la figura del pittore da una pluralità di punti di vista, rendendo più chiaro il contesto in cui operò, le sue frequentazioni, le influenze, i suoi tormenti.
Ampiamente preannunciata, Van Gogh. I colori della vita è aperta da pochi giorni al Centro San Gaetano di Padova, dove resterà visitabile, nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia, fino all’11 aprile 2021. Curata da Marco Goldin, la mostra deve la propria genesi alle lettere autografe dell’artista, analizzate dallo stesso Goldin nel poderoso volume di 850 pagine, edito da La nave di Teseo, intitolato Van Gogh. L’autobiografia mai scritta. Articolata in sette sezioni tematiche, la rassegna è ritmata da 82 significative opere, fra quadri e disegni, di Van Gogh, selezionate con l’obiettivo di ricostruirne interamente il percorso, concedendo spazio anche ad ambiti meno conosciuti dal grande pubblico.
Una delle peculiarità della mostra padovana risiede nell’affiancamento tra capolavori che identificano specifiche fasi della carriera di Van Gogh, arrivati in Italia grazie alle collaborazioni attivate con il Kröller-Müller Museum e il Van Gogh Museum, e ben quindici importanti opere di artisti a vari titolo a lui connessi. Lungo il percorso espositivo, infatti, i visitatori hanno la possibilità di addentrarsi in trame tematiche che consentono di cogliere la duratura influenza dell’artista e i legami, personali o concettuali, con gli illustri “colleghi”. Un esempio di tale approccio curatoriale sono le tre tele di Bacon incluse nella prima sezione, denominata Il pittore come eroe. Francis Bacon guarda Van Gogh.
Seguendo un criterio cronologico, che tiene fedelmente conto anche degli spostamenti geografici dell’artista, la mostra prosegue affiancando ai suoi lavori quelli di Millet, Gauguin, Seurat, Signac e del maestro giapponese Hiroshige, fino ad arrivare alla tappa dedicata alla fase conclusiva della vicenda biografica di Van Gogh. Ovvero a quelle ultime settimane che trascorrono “in mezzo ai campi di grano con alcune meravigliose visioni lontananti. Le ultime settimane prima di togliersi la vita e di consegnare la sua opera al tempo dell’eternità“, come ha scritto il curatore Goldin.
[Immagine in apertura: Vincent van Gogh, Il seminatore, 1888, olio su tela, cm 64,2 x 80,3. Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands © 2020 Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands; Photography Rik Klein Gotink, Harderwijk]