MARCOROSSI artecontemporanea riapre la propria stagione espositiva con un ambizioso progetto personale di Valerio Berruti: tre mostre inaugurate nelle sedi della galleria a Verona, Milano e Torino.
Nonostante le pesanti ripercussioni causate dalla pandemia, non si può certo dire che il 2020 sia stato per Valerio Berruti un anno di stasi dal punto di vista professionale. Attivissimo durante i mesi di lockdown con iniziative umanitarie e pubblicazioni editoriali, e prossimo al debutto con una esposizione presso la Reggia di Venaria, l’artista piemontese è attualmente al centro di un nuovo ciclo di mostre ospitate nelle città di Verona, Milano e Torino.
Stiamo parlando di Tracce, la serie di esposizioni recentemente inaugurate nelle tre sedi della galleria MARCOROSSI artecontemporanea. Curato da Nicolas Ballario – e già presentato nell’estate dello scorso anno in anteprima a Pietrasanta –, l’ambizioso progetto riunisce un vasto corpo di opere avviate nel 2009: lavori “di confine”, che segnano una linea di demarcazione (e di interazione) tra il disegno – modalità espressiva prediletta da Berruti – e la pratica scultorea.
Distanti eppure interconnesse tra loro, queste due “sfere” sono qui messe in dialogo all’interno di opere in acciaio di varie dimensioni. Realizzate attraverso la tecnica del waterjet – un getto d’acqua ad altissima pressione usato per tagliare le lastre di metallo – e impreziosite da una serie di interventi in resina vetrificata, le opere rimandano al tema dell’infanzia, espresso tramite l’impiego di materiali inconsueti nella ricerca dell’artista.
Completano le tre mostre (visitabili fino al 24 dicembre) alcuni disegni a colori, che riprendono il concetto delle opere in acciaio trasportandolo nuovamente nei territori amati e già esplorati da Berruti: quelli della carta e della pittura di medio e piccolo formato.