Il grande ritorno di Raffaello a Firenze

1 Novembre 2020

Raffaello e Firenze, vista della mostra a Palazzo Vecchio, Sala d’Arme. Photo courtesy MUS.E © Mattia Marasco

Nonostante le criticità legate all’emergenza sanitaria, nell’anno in corso in tutto il Paese si sono susseguiti progetti espositivi, culturali ed editoriali che hanno reso omaggio a uno dei protagonisti indiscussi dell’arte italiana di tutti i tempi. A Raffaello Sanzio, scomparso esattamente cinquecento anni fa, sono state infatti dedicate mostre e iniziative che hanno avuto luogo non solo nelle “città chiave” della sua parabola umana e professionale. Fra queste, doveroso ricordare Raffaello 1520-1483, che ha celebrato il maestro urbinate alle Scuderie del Quirinale di Roma, Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della vita di corte allestita nelle Sale del Castellare di Palazzo Ducale, a Urbino, e il progetto Raffaello. Custodi del mito in Lombardia, scandito dalla serie di appuntamenti che ha “unito” Brescia e Milano.

A tale geografia si aggiunge ora – doverosamente – la città di Firenze, sede fino al 31 dicembre di una mostra che ripercorre la permanenza del pittore in città, ovvero la fase in cui, come scrisse Giorgio Vasari, “Se ne venne a Fiorenza. Dove arrivato, perché non gli piacque meno la città che quell’opere, le quali gli parvero divine, deliberò di abitare in essa per alcun tempo; e così fatta amicizia con alcuni giovani pittori […], fu nella città molto onorato“.

GLI ANNI FIORENTINI DI RAFFAELLO

Allestita nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, Raffaello e Firenze sposta l’asse temporale tra la fine del 1504 e l’inizio del 1505, quando, attirato dal fervido clima locale, l’artista, già affermato, decise di raggiungere la città toscana. Un soggiorno destinato a protrarsi fino al successivo trasferimento a Roma, datato 1508. Curata da Valentina Zucchi e Sergio Risaliti e accompagnata da una videoinstallazione immersiva realizzata da Art Media Studio Firenze, la mostra prende il via con l’esposizione del disegno Ritratto di giovane donna in busto. Proveniente dal Palais des Beaux-Arts de Lille, questo prezioso prestito risale proprio alla stagione fiorentina di Raffaello e consente di accendere i riflettori su uno degli aspetti peculiari di quell’eccezionale momento storico e artistico: il dialogo e lo scambio fra le tante straordinarie menti presenti, contemporaneamente, in città. Tra loro Fra Bartolomeo, Ridolfo del Ghirlandaio, Baccio d’Agnolo, Andrea Sansovino, i Sangallo, oltre a Leonardo e Michelangelo, tutti autori che contribuirono al perfezionamento dello stile maturo di Raffaello.

Le proiezioni immersive proposte sulle pareti della Sala d’Arme analizzano in profondità la formazione fiorentina dell’artista, mostrando i cambiamenti nel suo stile e ripercorrendo la genesi dei capolavori realizzati in quel periodo, come i Ritratti di Agnolo Doni e di Maddalena Strozzi e la Madonna del Cardellino, stabilmente esposti a Firenze nelle vicine Gallerie degli Uffizi. Alla mostra sono associati percorsi guidati nel centro storico, che condurranno i visitatori alla scoperta dei luoghi del soggiorno fiorentino del pittore. Gli stessi in cui, “egli variò e abbellì tanto la maniera, mediante l’aver veduto molte cose e di mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcune cosa con quella prima […]“, prendendo di nuovo in prestito le parole di Vasari.

RAFFAELLO A FIRENZE TRA REALE E MULTIMEDIALE

[Immagine in apertura: Raffaello e Firenze, vista della mostra a Palazzo Vecchio, Sala d’Arme. Photo courtesy MUS.E © Mattia Marasco]