Nell’anno raffaellesco, la città di Urbino ospita un'importante mostra dedicata a Baldassarre Castiglione, figura di primo piano nel clima culturale e nel quadro politico del primo Cinquecento. Fu vicino ai grandi artisti del suo tempo, Raffaello in primis al quale si deve un suo celebre ritratto.
Nell’anno in cui ricorre il cinquecentenario della scomparsa di Raffaello Sanzio, Urbino – città natale dell’artista – non poteva che aderire alle celebrazioni in suo onore, rendendo così omaggio a uno dei talenti indiscussi del Rinascimento. Proprio mentre vengono resi noti studi che gettano nuova luce sulle cause della sua morte e gli orari di apertura della grande mostra in corso alle Scuderie del Quirinale di Roma vengono estesi, la città d’arte marchigiana è sede di un importante progetto espositivo.
Fino al primo novembre prossimo, le Sale del Castellare di Palazzo Ducale accolgono infatti Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della vita di corte, la mostra curata da Vittorio Sgarbi e Elisabetta Soletti che ricostruisce la figura di un intellettuale sui generis per i primi decenni del Cinquecento, che fu anche un attento politico, incaricato di alcune tra le più delicate missioni diplomatiche del suo tempo. Vicino a Raffaello e agli artisti coevi, Baldassarre Castiglione è anche noto per aver scritto Il Cortigiano, uno dei primi grandi libri moderni d’Europa, che godette di ampia diffusione grazie alle numerose traduzioni. Fecondi i suoi contatti con artisti, scrittori, regnanti, papi e con los stesso Raffaello, al quale si deve un suo celebre ritratto, incluso nella sezione Ritratti dell’anima. Il cenacolo urbinate e romano di questo percorso espositivo.
“Unire i nomi di Raffaello e di Baldassarre Castiglione significa dare il giusto rilievo al fondamentale contributo del sommo artista e del grande scrittore nella creazione del mito di Urbino e della sua corte nei primi decenni del Cinquecento. A entrambi infatti si deve l’affermazione del primato culturale del Rinascimento italiano in tutta Europa“, ha indicato la curatrice Soletti, sottolineando che “Il Cortegiano a lungo ha rappresentato il modello ideale dei valori della civiltà delle corti come è documentato dall’eccezionale successo editoriale dell’opera, che fu tradotta in tutte le principali lingue nazionali, spagnolo, portoghese, francese, inglese, tedesco, polacco, un successo che conobbe una profonda e duratura fortuna fino al sc. XVIII”
Articolata in sette sezioni, la rassegna si sofferma su altrettanti aspetti peculiari del percorso umano e professionale di Baldassarre Castiglione, inquadrandolo nel clima e nelle dinamiche della corte urbinate: qui venne accolto da Guibubaldo di Montefeltro nel 1504, dopo aver lasciato la natia Mantova e in seguito alla formazione milanese. Attraverso la ricostruzione di questa personalità, i visitatori vengono introdotti nel clima dell’epoca, raccontata con un’ampia selezione di opere legate ai molteplici aspetti della vita cinquecentesca e attraverso sollecitazioni anche di natura multimediale: dai tornei alle parate, dalle feste alle armature, fino ai focus sulle passioni di Castiglione per la musica, il collezionismo, l’arte e i manoscritti.
[Immagine in apertura: Raffaello, Ritratto di Baldassarre Castiglione, 1516-19 riproduzione di FACTUM ARTE (Adam Lowe)]