Intrapresa nel 2018, la campagna di scavo condotta nell'area di via Alessandrina ha riservato non poche sorprese agli archeologi capitolini: oltre agli importanti reperti riemersi, l'intervento "restituisce alla fruizione pubblica l'area del Foro Traiano in tutta la sua ampiezza e grandiosità", come ha evidenziato Alfonsina Russo, che dirige il Parco archeologico del Colosseo.
È grazie a un atto di mecenatismo della Repubblica dell’Azerbaigian, che ha elargito un finanziamento pari a 1.000.000 €, che a Roma è stato condotta a termine un’importante campagna di scavo. Dopo l’intervento preliminare, datato 2016, gli archeologi della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali hanno lavorato ininterrottamente a partire dal marzo 2018 in una delle zone più rilevanti e stratificate del centro storico della Capitale.
L’area presa in esame, infatti, è quella di via Alessandrina, arteria stradale che collegava l’attuale piazza del Foro di Traiano a largo Corrado Ricci. Gli scavi hanno comportato la rimozione del tratto settentrionale, lungo circa 60 metri, della strada, un tempo considerata l’asse principale del quartiere omonimo. Sorto alla fine del XVI secolo, a opera del cardinale Michele Bonelli che era originario della città piemontese di Alessandria, tale quartiere venne demolito quasi un secolo fa, fra il 1924 e e il 1932, per fare spazio a via dell’Impero, oggi via dei Fori Imperiali.
Così facendo, via Alessandrina fu privata del suo originario tessuto abitativo e nel tratto rimanente la comprensione dei resti degli antichi complessi architettonici è rimasta a lungo di complessa decifrazione. Rimuovere tale ostacolo è stato uno degli obiettivi della campagna di scavo, che oltre a produrre l’atteso miglioramento della leggibilità del Foro di Traiano, sia da via dei Fori Imperiali sia dai Mercati di Traiano, ha riservato non poche sorprese agli archeologici.
A fare chiarezza sugli esiti delle operazioni di indagine è stata Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo. In una dichiarazione ha sottolineato che la campagna di via Alessandrina “si configura come un progetto di particolare importanza, in quanto restituisce alla fruizione pubblica l’area del Foro Traiano in tutta la sua ampiezza e grandiosità. L’intervento rappresenta un’azione virtuosa, che rientra a pieno titolo in una strategia di sistema pienamente condivisa dal Parco archeologico del Colosseo e da Roma Capitale e che è finalizzata a definire l’apertura di un percorso unificato tra i Fori imperiali e il Foro romano – Palatino, per una fruizione senza barriere“.
“Eccezionali“, inoltre, sono stati definiti i reperti portati alla luce nei due anni di lavori; in parte saranno esposti al museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano, dopo i necessari restauri. Fra questi si segnalano due teste, entrambe di età imperiale: una raffigurerebbe il dio Dioniso e venne riutilizzata come materiale da costruzione in un muro tardomedievale; la seconda testa sarebbe invece ritratto l’imperatore Augusto in età giovanile. Numerosi, infine, i frammenti del cosiddetto “Fregio d’Armi del Foro di Traiano” riemersi nell’area. “Il Foro di Traiano è un capolavoro dell’urbanistica romana di cui finora non si coglieva appieno la grandiosità. Oggi è più facile capire perché la costruzione fosse definita ‘degna dell’ammirazione degli dei’“, ha affermato Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali, evidenziando il rilievo dell’intervento portato a termine di recente.
[Immagine in apertura: una vista di Via Alessandrina nella fase iniziale dei lavori. Foto courtesy Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura]